La vicenda del sequestro di Aldo Moro
Sequestro Moro – Il 16 marzo 1978, Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, fu rapito dalle Brigate Rosse a Roma. Questo evento scatenò una serie di drammatici avvenimenti che coinvolsero anche gli incursori della Marina italiana, in particolare il Comsubin, il reparto specializzato in operazioni di questo genere. Si ipotizzò l’esistenza di un luogo in cui Moro era tenuto prigioniero, portando alla luce piani per un’operazione di salvataggio.
Operazione Smeraldo e i dettagli svelati
Il Presidente Cossiga, nel 1991, rivelò dettagli su un’operazione denominata Smeraldo, che coinvolgeva il Comsubin per liberare Moro. Questo piano di salvataggio fu attivato dopo che il Ministero dell’Interno ricevette informazioni sulla possibile ubicazione dell’ostaggio, sottolineando la complessità e il riserbo di queste operazioni. L’incertezza su dove Moro fosse tenuto prigioniero e i misteri ancora irrisolti di quei giorni drammatici rimangono ancora oggi oggetto di discussione e speculazione.
Le azioni degli incursori e gli eventi successivi
Nei documenti depositati presso la Camera dei Deputati è riportato un momento cruciale il 21 marzo, in cui gli incursori erano pronti per un’azione a Forte Boccea o Aurelia, ma l’operazione venne poi annullata. Questo episodio si intreccia con un’operazione interforze sul litorale romano, caratterizzata da controlli e rastrellamenti che non portarono a risultati concreti. Il coinvolgimento del Comsubin, la sua preparazione e l’attesa per un’azione che non si concretizzò, aggiungono ulteriore mistero a una vicenda già di per sé complessa e controversa.