Argentina: Il Senato respinge il megadecreto di Milei
Argentina si trova in un momento politico delicato con il recente respingimento da parte del Senato del megadecreto proposto da Javier Milei per deregolamentare l’economia. Con 42 voti contrari, 25 favorevoli e 4 astensioni, il provvedimento è stato bocciato e ora passerà all’esame della Camera dei deputati. La bocciatura del decreto presidenziale è un evento senza precedenti dal ritorno della democrazia nel 1983 e potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro politico ed economico del Paese sudamericano.
Tensioni tra il presidente e la sua vice
La bocciatura del megadecreto arriva in un contesto di forte tensione tra il presidente Javier Milei e la sua vice, Victoria Villarruel. Villarruel ha accettato la sessione di voto nonostante il rischio di un esito sfavorevole per il governo. La richiesta di posticipare il dibattito è stata respinta, portando a una situazione di incertezza politica nell’arena legislativa argentina. Il governo, dal canto suo, sta lavorando su una nuova bozza della legge ‘Omnibus’, un pacchetto di riforme che punta a trasformare il Paese, già oggetto di un precedente stop alla Camera. Nel frattempo, le Università argentine sono al centro dell’attenzione a causa di uno sciopero indetto dal personale docente e non docente contro i tagli del governo di Milei. La decisione di mantenere le spese universitarie invariante rispetto al 2023 senza tener conto dell’inflazione ha scatenato le proteste. I dipendenti denunciano un aumento irrisorio dei salari rispetto all’impennata dei prezzi, portando a una situazione di disagio economico e sociale. La mobilitazione, supportata da una lettera di 68 premi Nobel internazionali, mette in luce le criticità del sistema educativo argentino e la necessità di interventi strutturali per garantirne la sostenibilità.