Israele accusato di usare la fame come arma di guerra a Gaza
Israele è al centro di pesanti accuse riguardanti l’utilizzo della fame come strumento bellico nella Striscia di Gaza. L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, Josep Borrell, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che Israele sta deliberatamente privando la popolazione civile di Gaza di risorse fondamentali, definendo la situazione come prossima alla carestia. Borrell ha sottolineato che questa crisi non è naturale ma provocata artificialmente, al fine di raggiungere obiettivi militari.
Impatto devastante sulla popolazione e denunce internazionali
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è al collasso, con gravi carenze di cibo, acqua, medicinali e beni essenziali. Autorità locali come Hamas hanno riportato decessi per inedia, mentre organizzazioni internazionali confermano una catastrofe imminente a causa della grave scarsità di risorse. L’accusa di Borrell, che considera Israele responsabile di un crimine di guerra, rappresenta un punto di svolta in quanto proviene da un’autorità internazionale di alto livello.
Assedio e controllo degli aiuti umanitari
Da ottobre, Israele ha imposto un blocco totale e rigorosi controlli sull’ingresso di generi alimentari e di prima necessità a Gaza. Nonostante la pressione internazionale, le consegne di aiuti sono state rallentate, portando a gravi conseguenze sulla popolazione. Mentre Israele sostiene che il problema risieda nella distribuzione interna della Striscia, le organizzazioni umanitarie denunciano un accesso limitato agli aiuti a causa delle operazioni militari israeliane.
L’ingresso di aiuti umanitari è stato temporaneamente consentito, ma con restrizioni estreme e controlli rigidi per evitare l’introduzione di materiali pericolosi. Tuttavia, la quantità e la regolarità delle consegne non sono state adeguate, aggravando ulteriormente la crisi. La mancanza di accesso agli aiuti è stata accentuata dai danni alle infrastrutture e alla distribuzione causati dai conflitti in corso.
Accuse di crimini di guerra e risposte delle parti coinvolte
L’accusa di Borrell e di varie organizzazioni internazionali riguardante l’affamamento deliberato della popolazione civile a Gaza solleva seri dubbi sul rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele. Mentre il governo israeliano respinge tali accuse, sostenendo che la responsabilità ricade sulle organizzazioni umanitarie locali, esperti e ong riconosciute confermano la gravità della situazione.
La controversia si concentra sulla distinzione tra un’azione bellica e un vero e proprio crimine di guerra. Mentre alcuni ritengono che la crisi sia una conseguenza inevitabile del conflitto, altri sostengono che Israele stia deliberatamente privando la popolazione di risorse vitali. La questione è stata portata all’attenzione della Corte penale internazionale, tuttavia, le complicazioni nel raccogliere prove e stabilire responsabilità rendono difficile un’azione legale immediata.