Rubato video intimo alla Roma: scandalo e licenziamento
La Roma si trova al centro di uno scandalo che ha scosso non solo gli spogliatoi, ma anche i vertici della società sportiva. Un video intimo di una dipendente, ripresa nella sua intimità con il fidanzato, ha fatto il giro di cellulari e chat, coinvolgendo calciatori, tecnici e dirigenti, come riportato dal Fatto Quotidiano. Le risate e i commenti sessisti irripetibili hanno accompagnato la diffusione di questo materiale, gettando ombre sulla gestione e l’etica all’interno del club.
«Incompatibilità ambientale» e licenziamento
La giovane impiegata coinvolta è stata licenziata per “incompatibilità ambientale”, come dichiarato dall’avvocato Lorenzo Vitali, rappresentante legale della società Friedkin. La motivazione ufficiale del licenziamento è stata legata al video compromettente che è stato visionato da parte del personale e dei giocatori della società. La ragazza, impiegata presso la Roma da quasi dieci anni, si è vista privata del lavoro senza preavviso, nonostante le circostanze in cui il video è stato ottenuto e diffuso sollevino molte domande sulla gestione interna e sul trattamento riservato alla dipendente.
Racconti e accuse si moltiplicano
Le testimonianze e le voci intorno a questo scandalo si fanno sempre più insistenti. Si parla di un giocatore della Primavera che avrebbe confessato di aver sottratto il filmato dal telefono della ragazza per diffonderlo tra i suoi compagni. L’atmosfera di sessismo e mancanza di rispetto si è fatta strada sia sui social che nelle chat interne, creando un clima tossico all’interno della società. La giovane dipendente, licenziata a novembre per il presunto coinvolgimento nel video, ha tentato una strada conciliativa con l’aiuto dell’avvocato Francesco Francesco Bronzini, ma al momento non sembra che la Roma abbia intenzione di accogliere alcuna proposta per il suo ritorno.
Le implicazioni di questo scandalo non si fermano qui: si sollevano ora anche dubbi sulla carriera del calciatore responsabile del furto e della diffusione del video intimo. La sua presunta imminente entrata in Serie A senza conseguenze disciplinari solleva polemiche, soprattutto considerando che si tratta di un reato grave legato alla violazione della privacy. L’alibi basato sull’età al momento del furto del video sembra essere una scusante troppo debole di fronte alla gravità dell’azione compiuta. Se la vicenda dovesse finire in una denuncia penale, la Procura potrebbe intervenire sequestrando i telefoni di diversi membri della società per gettare luce su chi ha passato il materiale compromettente a chi.