La Rivoluzione delle “Case Green”: Costi, Sfide e Opportunità per l’Italia
La Direttiva Europea e i Costi delle Ristrutturazioni
Secondo esperti del settore e associazioni, l’attuazione della direttiva europea sulle “case green” implicherà un’imponente spesa per i proprietari di immobili in Italia. I lavori di ristrutturazione, che vanno dai 10mila ai 60mila euro per ogni appartamento, mirano a rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico. Questa trasformazione è cruciale considerando che gli edifici sono responsabili del 36% delle emissioni inquinanti in Europa.
In un’ottica di sostenibilità e riduzione delle emissioni, gli Stati membri dovranno garantire una riduzione del consumo energetico degli edifici residenziali, con obiettivi ambiziosi come il 16% entro il 2030 e addirittura il 20-22% nel 2035. L’Europa punta a edifici a emissioni zero a partire dal 2030 per i nuovi edifici e dal 2028 per quelli pubblici, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Impatti Economici e Finanziamenti Necessari
I costi per rendere le abitazioni conformi alla direttiva sono significativi. Secondo le valutazioni di esperti come Davide Chiaroni di Energy & Strategy, le spese possono variare notevolmente in base alla tipologia di interventi necessari. Si parte da 10mila euro per interventi su caldaia e infissi, ma in casi più complessi con la necessità di pannelli solari o pompe di calore, i costi possono superare i 40-50mila euro.
Scenari Immobiliare stima costi tra i 20mila e i 55mila euro, mentre il Codacons arriva fino a 60mila euro. Con l’obbligo imposto dalla direttiva di eliminare le caldaie a gas a partire dal 2040, si prevedono ulteriori investimenti per sostituire questi impianti con modelli più efficienti. La spesa per la sostituzione della caldaia potrebbe arrivare a 16mila euro, mentre il cappotto termico potrebbe costare fino a 400 euro al metro quadrato. Per gli infissi, si parla di una spesa compresa tra i 10 e i 15mila euro.
Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, sottolinea l’importanza di fondi europei adeguati per raggiungere gli obiettivi prefissati e mette in discussione la fattibilità dell’obiettivo del 2050. L’auspicio è quello di spostare il target del 2030 e rivedere quello del 2050 per garantire un percorso più sostenibile. Allo stesso tempo, si sottolinea la necessità di un sostegno pubblico, preferibilmente a livello europeo, per garantire che anche i meno abbienti possano adempiere alle nuove normative.
In conclusione, la transizione verso edifici più sostenibili e a basse emissioni richiederà investimenti significativi, ma potrà portare a una riduzione delle spese energetiche a lungo termine. L’Italia potrà contare su fondi europei e nazionali per affrontare questa sfida e puntare a una maggiore efficienza energetica nel settore edilizio, contribuendo così alla lotta contro il cambiamento climatico.