La Lega propone l’abolizione del ballottaggio al 40%
La Lega, a sorpresa per gli alleati, ha proposto un emendamento durante la discussione del decreto Elezioni per abolire il ballottaggio oltre il 40% dei voti per l’elezione dei sindaci. Questa proposta mira a modificare le regole vigenti, suscitando reazioni contrastanti. Il capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo, ha annunciato la trasformazione dell’emendamento in un ordine del giorno, approvato con 81 sì e un voto contrario, affrontando così la questione in modo non vincolante.
Le reazioni all’emendamento proposto dalla Lega
Elly Schlein, della segretaria del Partito Democratico, ha definito l’emendamento come uno ‘sfregio alle regole democratiche’. Le opposizioni si sono scagliate contro la proposta, evidenziando l’inopportunità di modificare le regole così vicino alle elezioni. Francesco Boccia del PD ha definito l’iniziativa come un’aberrazione e un colpo di mano inaccettabile contro le leggi esistenti. Schlein ha criticato la Lega, definendo il loro tentativo come un attacco alle basi della democrazia, sottolineando come la partecipazione dei cittadini verrebbe compromessa.
Alessandra Maiorino, capogruppo del M5s, si è unita alle critiche, definendo l’emendamento un ‘nuovo attacco alle regole della democrazia’. Ha sottolineato come la proposta della Lega minerebbe la partecipazione e sminuirebbe il ruolo degli elettori. Maiorino ha evidenziato la pericolosità di modifiche così significative e improvvisate, paragonando l’emendamento proposto alla controversa legge elettorale Calderoli, notoria per le sue criticità.
La reazione dell’Anci e il tentativo fallito sul terzo mandato
L’Anci, rappresentata dal sindaco di Bari Antonio Decaro, si è espressa contro il blitz proposto dalla Lega sull’abolizione del ballottaggio al 40%. Decaro ha sottolineato l’importanza di consultare i Comuni prima di apportare cambiamenti così significativi al sistema elettorale. L’Anci ha evidenziato la necessità di preservare un sistema che ha garantito stabilità e funzionalità fino a oggi.
La Lega ha tentato senza successo di proporre anche la possibilità di un terzo mandato per i governatori regionali, in particolare per il caso del governatore veneto Luca Zaia. Questo tentativo è stato respinto con un netto 26 voti a favore e 112 contrari. Le opposizioni hanno criticato aspramente la Lega per questo ennesimo tentativo di modificare le regole in modo unilaterale, evidenziando la mancanza di consultazione e il rischio di destabilizzare l’equilibrio democratico.