Dossieraggio politico: il filo rosso tra il caso Consip e l’inchiesta antimafia
Augusto Minzolini, nel suo articolo su Il Giornale, sottolinea la presenza di un legame tra il caso dossier dell’antimafia e la vicenda Consip, affermando che ‘la filosofia è la stessa, cioè colpire, minacciare e condizionare un soggetto istituzionale, il tutto in una logica politica.’ Questo collegamento viene esaminato alla luce dell’inchiesta di Perugia, emersa con forza nelle ultime settimane, insieme all’assoluzione del padre di Matteo Renzi e Luca Lotti nel processo Consip. Minzolini denuncia la pratica di costruire prove per danneggiare qualcuno, sottolineando come le inchieste si basino sul verosimile per supportare le accuse.
La mancanza di una risposta corale
Nel suo articolo, Minzolini sottolinea la mancanza di una risposta adeguata da parte della politica, in particolare del centrodestra, di fronte a queste pratiche dannose. Egli critica il fatto che, nonostante le discussioni riguardo alla commissione sull’uso politico della giustizia in relazione al caso Palamara, non siano state prese azioni concrete. Anche l’ipotesi di istituire una commissione sullo scandalo dei dossier sembra destinata a essere accantonata. Minzolini evidenzia la necessità di una risposta decisa e unitaria da parte della politica per contrastare queste pratiche che minano la credibilità delle istituzioni.
Minzolini elenca una serie di governi degli ultimi 40 anni che sono stati vittime di questo ‘costume’ dannoso, sottolineando come nessuno sia immune da tali pratiche. Dall’inizio del governo Berlusconi fino all’amministrazione Renzi con il caso Consip, l’analisi di Minzolini mette in luce la persistenza di queste azioni dannose nel tempo. Egli esprime la speranza che l’indagine sui presunti dossier e spionaggio non vada persa in un nulla di fatto o venga dimenticata, sottolineando l’importanza di affrontare e risolvere queste questioni per il bene delle istituzioni e della società.