Milano, Daniele Nahum abbandona il Partito Democratico
Daniele Nahum, consigliere comunale a Milano, ha annunciato il suo distacco dal Partito Democratico durante una seduta a Palazzo Marino. Le sue parole sono state nette: «Pannella diceva che il personale è politico. Per questo dichiaro oggi conclusa la mia esperienza nel Pd. Lo dichiaro senza rancore per un’esperienza durata dieci anni». Nahum ha espresso il motivo del suo allontanamento sottolineando le ambiguità sulla politica estera e il clima generato all’interno della sinistra dopo l’ottobre 7. Ha criticato l’uso del termine “genocidio” in riferimento alla situazione nella Striscia di Gaza, definendolo pericoloso e falso.
Le motivazioni di Nahum
Nahum ha espresso chiaramente il suo dissenso riguardo all’utilizzo del termine “genocidio” nelle discussioni sulla crisi umanitaria a Gaza. Ha sottolineato che questo termine non riflette la realtà dell’azione militare israeliana e ha enfatizzato la necessità di un cessate il fuoco immediato e dei colloqui di pace per una soluzione a due Stati. Il consigliere ha comunicato la sua decisione al capogruppo Filippo Barberis poco prima del consiglio comunale, evidenziando una crescente distanza dalle posizioni del partito.
Nahum è stato vice presidente della Comunità Ebraica di Milano e ha sempre avuto un ruolo di rilievo tra gli ebrei milanesi. Le sue prese di posizione decise sulla questione israelo-palestinese, in contrasto con quelle del Pd, lo hanno portato a votare per l’innalzamento della bandiera di Israele sulla sede del Comune. Nonostante diversi dibattiti e modifiche, l’ordine del giorno è stato approvato con una maggioranza ridotta di 23 voti favorevoli, segnando una frattura con la posizione del partito.