Attacco a martellate all’attivista politico russo Leonid Volkov: la resistenza di un oppositore
Leonid Volkov, noto attivista politico russo e stretto collaboratore del defunto leader dell’opposizione Alexei Navalny, è stato vittima di un violento attacco a martellate fuori dalla sua abitazione a Vilnius, Lituania. L’aggressione, avvenuta dopo il tragico decesso di Navalny in una colonia penale, ha scosso la comunità internazionale e sollevato preoccupazioni sulla sicurezza degli attivisti russi.
La brutale aggressione e la risposta di Volkov
In un video diffuso su Telegram, Volkov ha voluto rassicurare il pubblico sulla sua determinazione nonostante l’aggressione subita: ‘Un uomo mi ha aggredito nel cortile, colpendomi sulla gamba circa 15 volte. La gamba in qualche modo è a posto. Fa male camminare. Comunque mi sono rotto il braccio’. Queste parole, cariche di resilienza, evidenziano la fermezza dell’attivista di fronte alla violenza subita.
Preoccupato per la sua incolumità, Volkov aveva già manifestato timori riguardo alla propria sicurezza in seguito alla morte di Navalny, sottolineando il rischio imminente per tutti gli attivisti coinvolti nell’opposizione al regime russo. La brutalità dell’attacco subito da Volkov rappresenta un duro colpo alla libertà di espressione e all’attivismo politico in Russia.
Il ruolo di Volkov nell’opposizione e le minacce ricevute
Leonid Volkov, ex responsabile degli uffici regionali e delle campagne elettorali di Navalny, ha svolto un ruolo di rilievo nell’organizzazione dell’opposizione al governo di Vladimir Putin. Dopo aver lasciato la Russia a causa delle pressioni delle autorità, Volkov ha continuato a promuovere attivamente il movimento di protesta attraverso progetti come ‘Navalny’s Campaigning Machine’. Questo progetto mirava a coinvolgere un vasto pubblico di cittadini russi nella lotta per la democrazia e i diritti civili.
La Fondazione anticorruzione di Navalny, guidata da Volkov fino al 2023, è stata al centro di numerose controversie e repressioni da parte del governo russo. L’aggressione subita dall’attivista rappresenta un ulteriore tentativo di intimidire e reprimere le voci dissidenti all’interno del paese, minacciando la libertà e la sicurezza di coloro che osano sfidare il regime.