Arresti domiciliari in comunità per Makka: Una storia di violenza familiare
18 anni, studentessa cecena, Makka si trova al centro di un tragico evento che ha scosso la tranquilla cittadina di Alessandria. Venerdì scorso, in un momento di estrema violenza, ha ucciso il padre difendendo sé stessa e la madre. Il racconto dei fatti è agghiacciante: ‘Appena mia madre è tornata in casa papà l’ha aggredita, non le ha dato il tempo neppure di togliersi la giacca: le ha messo le mani al collo, ha tentato di strangolarla in cucina. Io e i miei fratelli siamo intervenuti per fermalo e lui ha picchiato anche me.’
Il giudice di pace Alessandro Ghio, dopo quattro ore di interrogatorio, ha deciso di disporre gli arresti domiciliari in comunità per la giovane Makka. Il pubblico ministero Andrea Trucano aveva richiesto la custodia cautelare in carcere, ma la difesa ha sostenuto che la strada migliore fosse quella di affidarla a una struttura protetta. Il legale della ragazza, Massimiliano Sfolcini, ha sottolineato l’assenza di pericoli di fuga o di reiterazione del reato, considerando che l’omicidio è avvenuto in difesa propria e della madre.
Una decisione controversa
La decisione di concedere gli arresti domiciliari in comunità ha destato diverse reazioni nella comunità locale. Makka, avvolta nel suo dolore e nella sua giovane età, ha lasciato il tribunale in lacrime, scortata dalle forze dell’ordine, dirigendosi verso una casa protetta per donne vittime di violenza. Qui, dovrà attendere il processo, ma potrà almeno continuare gli studi e trovare supporto dagli operatori presenti. La scelta di affidarla a una struttura protetta è stata motivata dalla volontà di garantirle un ambiente sicuro e protetto, lontano dalle ombre di un passato violento.
Makka, con il suo volto coperto dal velo che lascia intravedere solo gli occhi scuri, simbolo della sua giovane età e della sua cultura d’origine, si trova ora in una situazione delicata, sospesa tra la tragedia familiare e la necessità di affrontare un sistema giudiziario che dovrà valutare nel dettaglio la dinamica dell’omicidio e le circostanze che lo hanno accompagnato. La sua storia, fatta di violenza domestica e di difesa, solleva interrogativi profondi sulla tutela delle vittime e sulle risposte che la società è in grado di offrire in situazioni così complesse.