![Cadduta mortale a Palma di Maiorca: la tragica vicenda di Martina Rossi e le polemiche sulla giustizia 1 20240305 085329](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240305-085329.webp)
Cadduta mortale a Palma di Maiorca: scarcerati i condannati per la morte di Martina Rossi
Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, condannati per tentata violenza sessuale di gruppo ai danni di Martina Rossi, sono stati scarcerati dal tribunale di sorveglianza di Firenze. La tragica vicenda risale al 3 agosto 2011, quando la studentessa genovese perse la vita cadendo da un balcone a Palma di Maiorca, nel tentativo di sfuggire a uno stupro. I due condannati, dopo aver ottenuto la semilibertà, sono stati affidati in prova ai servizi sociali, decisione che ha suscitato l’amarezza dei genitori della vittima.
Bruno Rossi e Franca Murialdi, genitori di Martina, esprimono la loro delusione per la decisione del giudice, sottolineando che Albertoni e Vanneschi non hanno mai chiesto scusa per quanto accaduto. Secondo la madre di Martina, Franca Murialdi, concedere l’affido ai due condannati senza un reale pentimento rappresenta un cattivo esempio per i giovani. Bruno Rossi, invece, disperato per la perdita irreparabile della figlia, afferma con amarezza che nulla potrà mai ridargli Martina.
Le polemiche e la lotta per la verità
La vicenda di Martina Rossi ha visto una lunga battaglia giudiziaria che ha portato alla condanna definitiva di Albertoni e Vanneschi. Nonostante i due abbiano sempre negato il tentato stupro e siano stati inizialmente accusati solo di omicidio colposo, la sentenza finale della Cassazione ha confermato la versione secondo cui la studentessa è caduta mentre cercava di fuggire dall’aggressione dei due uomini. La ricostruzione degli eventi ha svelato una verità diversa da quella inizialmente ipotizzata dalla polizia spagnola, che aveva catalogato il caso come suicidio.
Albertoni e Vanneschi, inizialmente detenuti in carcere, hanno visto mitigata la loro pena con l’affidamento in prova ai servizi sociali. Questa decisione, presa per motivi familiari e per questioni di lavoro, ha generato polemiche e riacceso il dibattito sull’effettiva giustizia nel trattamento di casi così delicati. Mentre i genitori di Martina lottano per mantenere viva la memoria della figlia e ottenere giustizia per quanto accaduto, la scarcerazione dei due condannati solleva interrogativi sulla responsabilità e sulla mancanza di pentimento da parte degli stessi. La battaglia per la verità e per la memoria di Martina Rossi continua, mentre Albertoni e Vanneschi osservano l’affido in prova, in attesa che la loro condanna giunga a termine all’inizio del 2025.