Prospettive di accordo incerte mentre il Ramadan si avvicina
Hamas ha espresso una possibile apertura a un accordo con Israele, sebbene persistano incertezze riguardo al numero di ostaggi ancora in vita. Secondo una fonte interna a Hamas, l’obiettivo di raggiungere una tregua prima dell’inizio del Ramadan sembra sfidante ma non impossibile. Dopo intensi colloqui e tentativi andati a vuoto, diversi mediatori, tra cui Egitto, Qatar e Stati Uniti, segnalano ‘progressi significativi’ nelle trattative. Tuttavia, Hamas ha temperato le aspettative affermando che ‘è impossibile sapere esattamente chi è ancora vivo’ tra gli ostaggi.
Il funzionario politico di Hamas, Basim Naim, ha dichiarato che attualmente non è possibile fornire un elenco dettagliato degli ostaggi sopravvissuti a causa della dispersione e della complessità della situazione. Naim ha sottolineato che gli ostaggi sono sparsi in diverse aree e detenuti da gruppi diversi, rendendo cruciale un cessate il fuoco per consentire la raccolta di informazioni necessarie per procedere con le trattative. ‘Fino ad ora non abbiamo presentato alcuna lista’, ha dichiarato Naim, evidenziando le difficoltà logistiche e la complessità della situazione sul campo.
Continua la violenza: nuovi attacchi e vittime a Gaza
Ogni giorno senza un accordo tra le parti si traduce in tragedie umane con ulteriori vittime tra i palestinesi. Recentemente, un raid condotto da Tel Aviv ha colpito il campo profughi di Nuseirat e altre aree della Striscia di Gaza, causando la morte di almeno 12 persone, incluso un membro di spicco di Hamas coinvolto nell’organizzazione militare. Le forze israeliane hanno confermato la morte di questo esponente di Hamas, Mahmoud Muhammad Abed Haz, responsabile della raccolta fondi e del reclutamento di nuovi miliziani. Inoltre, raid a Rafah hanno provocato la morte di almeno altre 7 persone, aggravando la drammatica situazione umanitaria a Gaza.
Nonostante le richieste di tregua e un maggiore impegno per il dialogo, il gabinetto di guerra israeliano mantiene una posizione ferma, sostenendo che il conflitto proseguirà finché Hamas non sarà completamente annientata. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha ribadito la determinazione nel contrastare il gruppo armato, dichiarando: ‘Non c’è spazio per compromessi con i terroristi; dobbiamo eliminare Hamas’. Tuttavia, le reazioni internazionali a tale intransigenza non mancano, con segnali di preoccupazione provenienti da Washington e il rifiuto del presidente Joe Biden di parlare direttamente con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in seguito agli attacchi recenti.