Giulia Innocenzi denuncia gli intrecci tra lobby della carne e politica
Giulia Innocenzi, giornalista di spicco che ha recentemente collaborato al documentario ‘Food for Profit’ con il regista Paolo D’Ambrosi, si è concentrata sul denunciare i maltrattamenti inflitti agli animali negli allevamenti intensivi in Europa, Italia compresa. In un’intervista, Innocenzi ha sottolineato l’importanza di rivelare i legami tra le lobby della carne e i politici europei, evidenziando un sistema consolidato che influenza le decisioni sulle politiche agricole.
La percezione pubblica sui maltrattamenti degli animali
Innocenzi ha sottolineato un cambiamento nella percezione pubblica riguardo ai maltrattamenti degli animali negli ultimi anni. Grazie alle ripetute immagini dei blitz delle associazioni animaliste, le persone hanno acquisito una maggiore consapevolezza e desiderio di conoscenza sull’argomento. Questo cambiamento ha contribuito a creare uno spazio per una discussione più approfondita sulle pratiche agricole e sugli interessi in gioco.
La lobby della carne e i suoi intrecci affaristici
Nel documentario, l’obiettivo era andare oltre le immagini superficiali e mettere in luce gli intrecci affaristici tra le lobby della carne e gli eurodeputati. Innocenzi ha chiarito che non si tratta solo di singoli casi isolati di corruzione, ma di un sistema strutturato che influisce sulle decisioni politiche europee. La giornalista ha evidenziato la complessità di questa rete di interessi, sottolineando la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità nel processo decisionale.
Giulia Innocenzi ha anche discusso della diffidenza nei confronti della carne coltivata, sottolineando come questa tecnologia possa essere una soluzione sostenibile per contrastare il cambiamento climatico. Tuttavia, ha evidenziato le contraddizioni presenti nel dibattito, con alcuni politici che sostengono l’editing genetico per le piante ma si oppongono alla carne coltivata. Innocenzi ha chiarito che l’industria della carne potrebbe adottare l’editing genetico anche sugli animali, presentandolo come un’opzione per migliorare la sostenibilità.