![Il dramma familiare di Makka Sulaev a Nizza Monferrato: violenza domestica e tragedia 1 20240303 170057](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240303-170057.webp)
Nizza Monferrato: Il Dramma Familiare di Makka Sulaev
Omicidio in provincia di Asti. La giovane Makka Sulaev ha confessato di aver colpito a morte il genitore, Akhyad Sulaev, con una coltellata all’addome. La ragazza ha dichiarato di aver agito per difendere se stessa e sua madre, vittime delle continue violenze paterne. L’uomo, descritto come esperto di karate e arti marziali, avrebbe inflitto abusi sia fisici che psicologici.
Il Racconto di Makka Sulaev
“Sono intervenuta per difendere mia madre. Papà ha picchiato anche me. Mi ha presa a pugni. Lui era esperto di karate e arti marziali. Ci ha sempre picchiate. Non volevo ucciderlo. Mi sono difesa”, ha affermato la ragazza durante l’interrogatorio con il pm Andrea Trucano. La lite fatale è avvenuta dopo l’ennesimo litigio scatenato dal padre, che aveva richiesto il licenziamento della moglie, provocando tensioni familiari intense.
“Venerdì papà aveva lasciato per l’ennesima volta il lavoro e al ristorante di famiglia aveva chiesto a mia madre di licenziarsi. Lei gli ha opposto resistenza, scatenando una lite che è proseguita a casa. Papà era solito picchiarci, soprattutto a me e a mia madre. Ha sempre saputo dove colpire per nascondere i segni. Quella sera, difendendo mia madre, l’incidente fatale è avvenuto”, ha raccontato Makka Sulaev, sottolineando le violenze prolungate subite dalla famiglia.
La Comunità Protetta e le Indagini
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Canelli e Nizza Monferrato per le indagini coordinate dal pm Andrea Trucano. Makka è stata trovata in stato di choc e portata in caserma, dove ha confessato il delitto. Attualmente è ospitata in una comunità protetta, sorvegliata dagli operatori e dai carabinieri. La giovane classe 2005, apprezzata nella cittadina, ha vissuto un dramma domestico scatenato dalle violenze subite, senza che fossero state presentate denunce ufficiali.
Le violenze domestiche inflitte alle due donne sono emerse come movente dell’omicidio. Nonostante la famiglia fosse descritta come tranquilla e riservata, le aggressioni avvenivano dietro porte chiuse, causando traumi soprattutto a Makka e alla madre. La sentenza iniziale di “legittima difesa” è stata ribaltata in appello, condannando la giovane a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere per omicidio volontario.
Altre persone coinvolte nell’incidente sono state denunciate per lesioni e omissione di soccorso. Un 17enne ha riportato gravi traumi con una prognosi di 30 giorni. L’episodio ha scosso la cittadina di Nizza Monferrato, portando alla luce un dramma familiare segnato da abusi e violenza, culminato in un tragico evento che ha cambiato per sempre la vita di Makka Sulaev e della sua famiglia.