![Omicidio ad Altavilla Milicia: Giovanni Barreca accusa Massimo Carandente e Sabrina Fina 1 20240302 014406 1](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240302-014406-1.webp)
“Imbambolato” e l’accusa contro gli amici
Giovanni Barreca, difeso dall’avvocato Giancarlo Barracato, continua a puntare il dito contro Massimo Carandente e Sabrina Fina per l’omicidio della moglie Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emmanuel. L’avvocato sostiene che Barreca “comincia a riaffiorare tante scene” che lo portano a incolpare i due amici. La coppia ha sempre negato di aver avuto un ruolo nella tragedia.
Dopo un incontro in carcere, il legale ha annunciato l’intenzione di richiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito e un interrogatorio con i pubblici ministeri. Barreca, l’imbianchino di Altavilla Milicia, ha dichiarato di non ricordare di aver commesso atti violenti contro la propria famiglia, sterminata durante un presunto esorcismo che prevedeva torture e sevizie.
La giustificazione di Barreca: “Imbambolato”
L’avvocato Barracato ha reso noto che Giovanni Barreca non si pente delle proprie azioni poiché credeva di liberare la propria abitazione da presunti demoni. Il legale ha spiegato: “Non pensa di aver commesso i crimini di cui è accusato. Dice di essere stato imbambolato”. Barreca ha espresso il desiderio di incontrare la figlia minorenne coinvolta, sostenendo che la ragazza fosse molto legata a Carandente e Fina, arrivando a dormire abbracciata a loro.
Dopo l’efferato omicidio, Barreca ha raccontato di aver accompagnato i suoi complici alla stazione, manifestando rabbia nei loro confronti per il loro comportamento invadente verso la moglie e i figli. L’avvocato ha sottolineato che emergono frammenti di memoria significativi per il caso, ma ha evidenziato che ciò non implica necessariamente una percezione lucida della realtà da parte dell’imputato. Barreca continua a sostenere di aver agito sotto l’influenza della convinzione che la propria abitazione fosse posseduta dal male.