La strage di Erba: la lotta per la revisione del processo
Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba del dicembre 2006, sono al centro di un’istanza di revisione del processo. I due hanno chiesto che durante l’udienza non possano essere inquadrati dalle telecamere, una richiesta accolta dalla Corte di Brescia. Questa vicenda ha suscitato grande interesse, con molti presenti in aula per seguire da vicino lo svolgimento del caso. I legali della coppia puntano su prove ritenute nuove che potrebbero portare a una possibile assoluzione dopo 18 anni dall’eccidio.
Il Procuratore Generale di Brescia, Guido Rispoli, ha sottolineato in aula la presenza di una serie di prove schiaccianti contro Olindo Romano e Rosa Bazzi, definendole come una “cascata di prove”. Rispoli ha espresso dubbi sulla possibilità di ribaltare il verdetto con il processo di revisione in corso, criticando l’ipotesi di un coinvolgimento della criminalità organizzata nella strage. Inoltre, ha contestato l’utilizzo di metodologie scientifiche nella difesa che, a suo parere, non sono state adeguate all’epoca dei fatti.
Controversie e testimonianze incrociate
Secondo il Procuratore, la ricostruzione della dinamica dell’eccidio di Erba è stata messa in discussione dalla difesa, che ha sollevato dubbi sul luogo in cui è avvenuto l’omicidio di Valeria Cherubini. Rispoli ha evidenziato che alcune testimonianze, come quella del vicino di casa Mario Frigerio, non hanno subito variazioni nel tempo, respingendo così le affermazioni della difesa riguardo a presunti falsi ricordi. Inoltre, ha sottolineato come il presunto coinvolgimento della famiglia Castagna sia stato smentito dalle prove presentate.
L’avvocato dello Stato ha rigettato le richieste di revisione del processo avanzate dalla difesa di Olindo e Rosa, sostenendo che le prove presentate non costituiscano elementi probatori validi. In particolare, è stata messa in discussione la presunta incapacità mentale di Rosa Bazzi, evidenziando possibili tentativi da parte dell’imputata di rispondere in modo ingannevole ai consulenti. Inoltre, sono emersi dubbi sul riconoscimento di Olindo da parte di Frigerio e sulle confessioni contraddittorie dei coniugi, che inizialmente avevano ammesso la colpevolezza per poi ritrattare. La vicenda della strage di Erba rimane un caso intricato in attesa di una nuova valutazione da parte dei giudici di Brescia.