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Ilaria Salis: La Tigre in Gabbia
Ilaria Salis, giornalista italiana, si trova intrappolata in una realtà spettrale, lontana da casa e privata delle libertà più basilari. Arrestata in Ungheria per disordini legati a un raduno neonazista, la sua esperienza carceraria si è trasformata in un incubo senza fine. “Sono come una tigre in gabbia,” così descrive il suo stato d’animo, imprigionata a Budapest da più di un anno, nonostante l’attesa di una detenzione limitata a un mese.
La Dura Realta nella Prigione di Budapest
Salis trascorre le sue giornate in isolamento, privata persino del contatto con i propri cari. Senza libri a disposizione, lo sport diventa il suo unico rifugio, un momento di libertà apparente in un contesto claustrofobico. “L’ora d’aria è il mio unico momento di respiro, ma anche lì sento la pesantezza della prigione. Camminare tra le mura con le altre detenute mi fa sentire come una tigre in gabbia,” ammette con un velo di tristezza. Le etichette e i pregiudizi si fanno strada anche dietro alle sbarre, dove Salis si trova a confrontarsi con lo sguardo giudicante delle altre detenute. “La mia fama di ‘flagello dei nazisti’ mi ha reso un mostro agli occhi dei media locali, aggiungendo al mio isolamento la sensazione di essere un’estranea in un mondo che non mi comprende,” riflette con amarezza.