“Detenuto denuncia pestaggio in cella”
Un detenuto, proveniente dall’est Europa, ha denunciato di essere stato pesantemente picchiato da agenti del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo di inchiesta per lesioni in seguito alla testimonianza del giovane, il quale è stato successivamente trasferito al carcere di Montorio a Verona a causa delle gravi condizioni riportate. I medici hanno diagnosticato un’emorragia interna e hanno disposto il suo ricovero d’urgenza in ospedale.L’avvocata del detenuto, Anna Osti, ha dichiarato che il ragazzo è ancora ricoverato a Verona poiché considerato troppo fragile per tornare in carcere. Il giovane, detenuto per rapina a mano armata, è stato mantenuto in rianimazione per alcuni giorni. Un punto da chiarire riguarda il nullaosta necessario per il trasferimento dei detenuti tra strutture penitenziarie, il quale tiene conto anche delle condizioni di salute del recluso. L’episodio di presunta “spedizione punitiva” da parte degli agenti è stato scatenato dopo una protesta del giovane in cella, durante la quale ha dato fuoco a dei giornali.
Indagini in corso
La denuncia presentata in Procura ha portato all’apertura di indagini nei confronti di tre agenti di polizia penitenziaria coinvolti nell’incidente. Il racconto dettagliato del detenuto sul presunto pestaggio ha generato l’avvio di un’indagine approfondita per fare luce sui fatti accaduti all’interno del carcere. La Procura di Venezia si è impegnata a verificare ogni aspetto legato all’episodio, comprese le condizioni di detenzione e il trattamento riservato ai prigionieri.Le autorità stanno cercando di chiarire la dinamica degli eventi che hanno condotto al pestaggio del detenuto e di accertare eventuali responsabilità nel trattamento subito dal giovane nel carcere di Santa Maria Maggiore. L’inchiesta in corso mira a garantire giustizia e a verificare il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti all’interno del sistema penitenziario. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla gestione delle situazioni di tensione all’interno delle carceri e sull’operato del personale addetto alla sorveglianza e al trattamento dei detenuti.