Agricoltori in pressing e l’appello di Zelensky all’Ue
Gli agricoltori ucraini sono attualmente al centro di una disputa che coinvolge diversi Paesi confinanti. La questione principale riguarda l’abolizione dei dazi doganali e delle quote su una vasta gamma di merci provenienti da Kiev, che ha portato a un’invasione di prodotti alimentari ucraini a basso costo, scatenando le ire soprattutto della Polonia. Da settembre, Varsavia ha vietato la vendita di tali prodotti per tutelare il mercato locale, provocando la reazione irritata di Kiev. Il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha quindi esortato il premier polacco Donald Tusk a intraprendere un colloquio per trovare una soluzione a questa delicata situazione.
Secondo Zelensky, ‘Ne abbiamo abbastanza della presenza di Mosca nelle nostre terre. Abbiamo avuto abbastanza incomprensioni. Non dobbiamo umiliarci a vicenda, non dobbiamo umiliare gli agricoltori ucraini o polacchi. Abbiamo bisogno di unità. Abbiamo bisogno di soluzioni: tra noi, Ucraina e Polonia, e a livello dell’intera Europa.’ La Commissione Europea è intervenuta sottolineando che l’unico modo per proteggere l’agricoltura nazionale è un negoziato diretto tra l’Ucraina e i Paesi confinanti. Il portavoce ha dichiarato: ‘Dall’altro lato, stiamo cercando di trovare soluzioni per proteggere i settori sensibili del mercato dell’UE quando ci sono prove di perturbazioni del mercato. Questo è l’equilibrio che stiamo cercando di raggiungere.’
Difficoltà nei colloqui: il parere del ministro polacco
L’instaurazione di un dibattito pacifico tra l’Ucraina e le controparti sembra un’impresa estremamente difficile, come sottolineato dal ministro dell’Agricoltura polacco Czesław Siekierski, il quale afferma che i colloqui con gli ucraini sono ‘molto difficili’. In merito a ciò, il vice ministro Michał Kołodziejczak ha aggiunto che: ‘Visti i continui muri alzati dai polacchi, la Commissione Europea ha formulato una proposta di regolamento UE che consentirebbe ai Paesi membri, tra cui Polonia, Ungheria e Slovacchia, di introdurre delle tariffe nel caso in cui prodotti come uova, zucchero e pollame subissero un’impennata dei prezzi. Tuttavia, si tratta di un palliativo che potrebbe non risolvere in modo definitivo la crisi.’