Disordini e Proteste: La Costante Tensione nelle Piazze Italiane
Disordini 2 giorni su 3. Questi ultimi anni hanno visto un’escalation di proteste e scontri nelle piazze italiane. Se da un lato le manifestazioni rappresentano un’espressione di dissenso e partecipazione civile, dall’altro le tensioni e i momenti di violenza si sono fatti sempre più frequenti. ‘Ma è dal 2021 che i cortei sono di serie a e serie b’, sottolinea un esperto di sociologia politica, evidenziando come la protesta sia diventata parte integrante della routine urbana.
Il Costante Clima di Tensione
Basta manganelli. Le parole del Colle risuonano forti in un Paese che sembra aver familiarizzato con scontri e violenze di piazza. Un mese di scontri, quasi cinque di manganellate e cariche di ‘alleggerimento’ che ‘leggere’ non sono. Le città coinvolte sono molteplici: Milano, Torino, Vicenza, Venezia, Bologna, Roma, Napoli. Nonostante ciò, dal Viminale si sottolinea che ‘è del tutto falso ipotizzare che il governo abbia modificato’ le regole in materia di gestione delle proteste. Le dinamiche di questi ‘fight club’ urbani, come li definisce un noto sociologo, sembrano reggersi su regole non scritte ma ben consolidate nel tempo. ‘Le regole non sono variate’, afferma Piantedosi, analizzando la persistenza di comportamenti e strategie che mantengono viva la fiamma della contestazione. La sensazione di vivere in un contesto in cui le manifestazioni sono diventate uno spettacolo di routine, suddiviso tra serie A e serie B, fa emergere interrogativi sullo stato di salute della partecipazione civile e della democrazia stessa.