“Tremila nuove case in Cisgiordania”: Israele risponde all’attentato
Israele annuncia di voler costruire tremila nuove case in Cisgiordania, scatenando la delusione del Segretario di Stato Antony Blinken e dell’Amministrazione americana. Questa mossa, presentata come una “risposta sionista” all’attacco terroristico recente, ha generato tensioni con gli Stati Uniti e il Regno Unito, che hanno già avviato sanzioni contro i coloni violenti.
Reazioni internazionali e critiche
Le dichiarazioni di Netanyahu e dei ministri dell’estrema destra Ben Gvir e Smotrich sono state considerate come un’azione legittima per contrastare l’attentato, suscitando però l’opposizione netta degli Stati Uniti. Il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha sottolineato che i piani israeliani non rispettano la legge internazionale, mentre Blinken si è detto “deluso” e ha ribadito l’opposizione all’espansione degli insediamenti.
Anche l’ambasciatore britannico Simon Walters ha espresso preoccupazione, evidenziando che le colonie sono illegali secondo il diritto internazionale e rappresentano un ostacolo per una risoluzione del conflitto. Le tensioni crescono ulteriormente con le parole dell’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert, che accusa l’estrema destra di alimentare una visione apocalittica dello scontro tra israeliani e palestinesi.
Posizione dell’Unione Europea e reazioni nazionali
L’Unione Europea si trova divisa sulla questione, con la maggioranza dei Paesi favorevoli a sanzionare i coloni estremisti. Tuttavia, la mancanza di un consenso totale ha spinto paesi come la Spagna a prendere in mano la situazione in prima persona. Dopo la Francia, anche la Spagna ha deciso di agire autonomamente, evidenziando la crescente preoccupazione e l’urgenza di affrontare la questione con determinazione.