Le dimissioni di Palù e le critiche di Magrini
Nicola Magrini, ex direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, ha espresso forti critiche in merito alle dimissioni del presidente dell’Aifa, Dominico Palù. Magrini ha definito la situazione come ‘la conclusione spiacevole di un percorso di riforma andato male’. Le dimissioni di Palù sono state repentine, sollevando sorpresa e preoccupazione per la mancanza di continuità istituzionale. ‘Se è vero che queste dimissioni sono un fulmine a ciel sereno, è sorprendente, inusuale e poco responsabile che ci si dimetta a due settimane dalla nomina’, ha dichiarato Magrini. La necessità di trovare un sostituto in tempi rapidi è cruciale, considerando che attualmente l’Aifa è priva di un rappresentante legale. Magrini ha sottolineato la mancanza di una discussione pubblica adeguata riguardo alla riforma in questione.
Le criticità della riforma dell’Aifa
Secondo Magrini, le dimissioni di Palù sollevano dubbi sulla riforma dell’Aifa, definita come frettolosa e carente di una base di confronto pubblico. L’ex direttore generale ha evidenziato come tale riforma rischi di indebolire l’Agenzia, compromettendo la gestione della spesa farmaceutica e mettendo a rischio l’equilibrio economico del servizio sanitario. L’Aifa, secondo Magrini, ha il compito cruciale di governare la spesa sanitaria e favorire l’innovazione nel settore farmaceutico. La struttura originaria dell’Agenzia mirava a proteggere il sistema sanitario da eccessi di spesa, valutare l’appropriatezza dell’uso dei farmaci e fornire supporto informativo ai medici per una prescrizione consapevole. In base alle valutazioni della commissione tecnico-scientifica, ogni farmaco veniva valutato in relazione agli altri e alle specifiche categorie di pazienti che ne avrebbero tratto beneficio. Questo approccio permetteva di negoziare i prezzi dei farmaci in base al loro effettivo valore aggiunto per il sistema sanitario. Tuttavia, la recente riforma ha portato alla fusione delle commissioni tecniche, riducendo il numero di esperti indipendenti e compromettendo la capacità dell’Aifa di svolgere il proprio lavoro in modo efficace. Il ruolo del direttore generale, che supervisionava le attività delle commissioni tecniche, è stato riassegnato a figure amministrative e tecnico-scientifiche, con possibili conseguenze negative sull’operato dell’Agenzia. Questa situazione preoccupa Magrini, che evidenzia come la riforma non solo indebolisca l’Aifa, ma possa compromettere la sostenibilità del sistema sanitario e l’accesso all’innovazione. La visione di una sanità pubblica orientata alla ricerca indipendente rischia di non trovare adeguata tutela in questo contesto di cambiamento istituzionale.