La Lega ritira l’emendamento per i sindaci
La Lega ha subito un duro colpo nel suo tentativo di estendere a tre i mandati possibili per i presidenti di Regione attraverso un emendamento al decreto Elezioni. In commissione Affari costituzionali del Senato, il partito si è trovato isolato, con Fratelli d’Italia, Forza Italia e Udc che hanno votato contro insieme al campo progressista composto da Pd, M5s e Verdi-Sinistra. L’unica eccezione è stata Italia Viva, che ha votato a favore, probabilmente per un’abitudine sempre più comune di alleanze con il centrodestra.
Matteo Salvini, leader della Lega, aveva dichiarato ottimisticamente prima del voto: “Vota il Parlamento, andiamo avanti”. Tuttavia, il risultato finale è stato schiacciante: 4 sì, 16 no, un astenuto e un senatore assente. Se l’emendamento fosse passato, avrebbe favorito, tra gli altri, il presidente del Veneto Luca Zaia. La sconfitta è stata netta e ha evidenziato la mancanza di consenso su questa proposta all’interno del Senato.
Il ritiro dell’emendamento per i sindaci
In un altro colpo alla Lega, l’emendamento che prevedeva i tre mandati per i sindaci dei Comuni più grandi è stato ritirato prima del voto per tentare di avvicinare le posizioni. Questa mossa ha bloccato la discussione sull’argomento e ha evidenziato la complessità e la divisione all’interno del panorama politico italiano in merito alla questione dei mandati. Il relatore della legge, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, si era già espresso contrario su questo emendamento, complicando ulteriormente la situazione.
Giovanni Toti, presidente della Liguria, ha sollevato la questione della competenza regionale in materia elettorale, sottolineando che la Costituzione assegna alle Regioni la responsabilità degli statuti e delle leggi elettorali. Toti ha avvertito sul rischio di un lungo contenzioso tra il governo centrale e le Regioni se la questione non fosse affrontata con chiarezza. Inoltre, ha criticato duramente i parlamentari che si oppongono al terzo mandato per sindaci e amministratori locali, sottolineando che nessun altro Stato europeo impone un limite simile.
Paolo Tosato, vicepresidente leghista della commissione, ha assicurato che la Lega non si arrenderà facilmente. Tosato ha dichiarato: “Per noi la partita non è chiusa. Continuiamo a ritenere che la scelta dei rappresentanti debba passare attraverso il voto dei cittadini e non essere decisa dai partiti. Cercheremo di convincere i nostri alleati di maggioranza a rivedere le loro posizioni”. La Lega sembra determinata a ripresentare le proprie proposte, sottolineando l’importanza del voto popolare in un sistema democratico.