L’Europa di fronte alla minaccia russa: la mobilitazione e la riflessione
L’ombra di un azzardo di Putin, la mobilitazione, i ritardi – La tensione in Europa cresce di giorno in giorno, alimentata dalle azioni espansionistiche di Vladimir Putin e dall’escalation di armamenti in corso. I leader europei, da Troels Lund Poulsen a Boris Pistorius, si trovano a fronteggiare una realtà in cui la guerra non è più solo un’ipotesi teorica. Il generale Patrick Sanders ha addirittura sollecitato il Regno Unito a prepararsi attivamente a uno scontro con la Russia, mentre la Svezia abbandona la sua neutralità per unirsi alla NATO, invitando i cittadini a mentalizzarsi su una possibile guerra imminente.
La sfida della preparazione e della deterrenza
In questo clima di incertezza e timori, l’Europa si interroga sulla propria capacità di difesa e resilienza di fronte alla minaccia russa. Micael Johansson di Saab sottolinea la disparità tra la produzione bellica russa e europea, evidenziando la necessità di investimenti più consistenti per garantire una deterrenza efficace. Vlad Gheorghita, capo delle forze armate romene, avverte che un successo di Putin in Ucraina potrebbe spingere la Russia verso nuovi obiettivi, minacciando la stabilità nei Balcani occidentali e nella Moldavia.
La necessità di una risposta collettiva è un tema centrale nelle recenti discussioni sulla sicurezza europea. La Conferenza sulla Sicurezza a Monaco di Baviera ha evidenziato la mancanza di un chiaro percorso comune e di solidarietà tra gli Stati membri. L’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer sottolinea l’importanza di mettere al centro la sicurezza comune di fronte alle minacce esterne, proponendo un riarmo coordinato e la creazione di uno scudo nucleare comune per rafforzare le capacità di difesa e deterrenza dell’Europa.
Il richiamo alla realtà e alla necessità di azioni concrete
Ursula von der Leyen, candidata per un nuovo mandato alla Commissione europea, si impegna a nominare un commissario alla Difesa, ma sorge spontanea la domanda se questo sia sufficiente di fronte alla gravità della situazione. Fischer ammonisce che l’Europa non può più permettersi di essere ingenua riguardo alla propria sicurezza, vista la pressione esercitata da Putin e Trump. È necessario un cambio di paradigma storico e fondamentale, un’accelerazione verso la realtà del pericolo che incombe sul continente.