![La donna orante: un'opera che svela antiche ritualità e connessioni con divinità perdute 1 20240220 090714](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240220-090714.webp)
La donna orante: un’opera che rivela antiche ritualità
La mostra “Gli dei ritornano” approda al MANN di Napoli, portando con sé un’opera straordinaria: la statua di una donna orante. Questa figura, scoperta nel fango di San Casciano dei Bagni, viene presentata come una testimonianza tangibile di antiche pratiche rituali. Il professor Jacopo Tabolli, coinvolto nella scoperta, racconta con emozione il momento in cui la statua è emersa dall’acqua termale, svelando dettagli sorprendenti sulla sua maestosità e importanza storica. Tabolli descrive con cura ogni fase dell’estrazione dell’opera, sottolineando la precisione e la delicatezza necessarie per riportare alla luce un simile capolavoro. La presenza della sindaca Carletti, insieme ad altri esperti e studenti, rende ancora più suggestivo il momento in cui la statua viene finalmente liberata dal fango e portata alla luce. I dettagli delle trecce attorte e del gesto dell’orante conferiscono all’opera un’aura mistica, rivelando una connessione profonda con le antiche divinità e le pratiche religiose del II secolo a.C.
Il ritorno degli dei: un’occasione per Napoli
La presenza della mostra al MANN rappresenta un’opportunità straordinaria per Napoli, una città che continua a distinguersi per la sua vivacità culturale e la sua capacità di valorizzare il patrimonio storico e artistico. L’arrivo della statua della donna orante aggiunge un’ulteriore dimensione alla mostra, offrendo al pubblico l’opportunità di immergersi in antiche ritualità e credenze. Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano sottolinea l’importanza di questo ritrovamento e il suo significato per la storia e l’identità della regione. La collaborazione tra esperti e istituzioni locali sottolinea l’importanza di preservare e valorizzare il nostro passato, aprendo nuove prospettive di studio e di comprensione delle nostre radici. L’arte e l’archeologia si fondono in un abbraccio che attraversa i secoli, offrendo al pubblico contemporaneo l’opportunità di riflettere sulla continuità delle tradizioni e sull’eterno richiamo delle divinità. La mostra al MANN è quindi non solo un’occasione di svago e di conoscenza, ma anche un’esperienza che ci connette con le nostre origini e con la saggezza dei nostri antenati.