![La Sonrisa: Il futuro incerto del Castello delle Cerimonie dopo una sentenza inedita 1 20240219 121246](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240219-121246.webp)
Sonrisa: Il Castello delle Cerimonie sconvolto da una sentenza
Il Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate, noto come ‘Il Castello delle Cerimonie’, si trova ora al centro di una vicenda legale di proporzioni significative. La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva che ha condannato la struttura come frutto di una lottizzazione abusiva protrattasi per decenni. Questo verdetto ha gettato un’ombra sul futuro della struttura, mettendo in discussione centinaia di eventi già prenotati per i prossimi anni. Inoltre, le assunzioni dei lavoratori stagionali sono bloccate, e si prospetta una possibile chiusura, se non definitiva, per almeno alcuni mesi.
Una storia di alti e bassi ha contraddistinto La Sonrisa, con un mix di spettacoli raffinati e momenti di ostentazione trash. Le vicende giudiziarie hanno avuto inizio nei primi anni Duemila, quando l’ex procuratore di Torre Annunziata, Diego Marmo, ha avviato la demolizione di un piano dell’albergo abusivo. Questo evento ha innescato una serie di indagini approfondite che hanno portato alla sentenza definitiva di giovedì scorso, confermando l’accusa di lottizzazione abusiva. Nonostante la prescrizione di alcune accuse, la confisca degli immobili e dei terreni è stata ordinata. I legali della famiglia Polese hanno annunciato un ricorso alla Corte di Strasburgo, basandosi su un precedente in Puglia, ma nel frattempo si sta cercando una soluzione con le autorità coinvolte per gestire l’impatto sulla comunità locale e sull’occupazione.
Un futuro incerto per La Sonrisa: alternative e decisioni da prendere
Dopo la confisca dei beni a favore del Comune, si aprono diverse alternative per il futuro de ‘Il Castello delle Cerimonie’. La gestione diretta o indiretta da parte della famiglia Polese è esclusa, vista la responsabilità attribuita loro per gli abusi edilizi commessi nel corso degli anni. Una delle opzioni più drastiche sarebbe la demolizione dell’intera struttura, anche se al momento si cerca di evitarla a livello istituzionale. Un’altra possibilità è la chiusura temporanea della struttura, in attesa di individuare una nuova gestione tramite un bando comunale. Questo scenario garantirebbe al Comune un canone di locazione fisso, preservando il maggior numero possibile di posti di lavoro.
La terza ipotesi contempla la chiusura definitiva dell’attività ricettiva, con la destinazione degli immobili e dell’area circostante a fini di pubblico interesse. Un processo simile è stato avviato per una villetta abusiva trasformata in un asilo nido grazie ai fondi del Pnrr a Sant’Antonio Abate. Tuttavia, la dimensione dell’area coinvolta nel caso della Sonrisa è considerevole, sollevando interrogativi riguardo alla sua futura destinazione. La sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha annunciato l’avvio di discussioni con le autorità competenti per affrontare le implicazioni di questa sentenza e salvaguardare i posti di lavoro coinvolti.