In Egitto, respinto il progetto di riattaccare i blocchi di granito sulla piramide di Micerino
Il progetto di riattaccare i blocchi di granito sulla piramide di Micerino, a Giza, è stato ufficialmente respinto. Un comitato di esperti interpellato dal ministero egiziano delle Antichità ha bocciato l’iniziativa di ripristinare le facciate della piramide riattaccando i grandi blocchi di pietra che giacciono da secoli a terra attorno alla struttura. Questa decisione arriva in seguito alle forti critiche espresse da archeologi, storici dell’arte e altri esperti nei confronti del progetto proposto da Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egiziane.
In risposta alle critiche, il ministero egiziano delle Antichità ha costituito un comitato di esperti per rivalutare l’intero progetto, che ha poi portato all’abbandono definitivo dell’idea di reinstallare i blocchi di granito sulla piramide. Il comitato si è espresso all’unanimità contro questa operazione, sottolineando la necessità di preservare lo stato attuale della piramide senza apportare alcuna modifica, ‘a causa del suo eccezionale valore archeologico’.
La storia della piramide di Micerino e i piani iniziali
La piramide di Micerino, costruita circa nel 2510 a.C., avrebbe dovuto essere interamente rivestita di granito rosso di Assuan. Ancora oggi sono visibili i primi blocchi di questo materiale sul lato nord della struttura. Tuttavia, a seguito della prematura morte del faraone Micerino, figlio del faraone Chefren e nipote di Cheope, i piani iniziali furono modificati e la piramide fu completata in calcare di Tura. Nel corso del tempo, la piramide è stata circondata da vari blocchi di granito che potrebbero essere caduti a causa di terremoti, atti vandalici o altre cause naturali, oppure essere stati rimossi dalla struttura per diversi motivi nel corso dei secoli, ad esempio per la costruzione di altri monumenti o abitazioni nelle vicinanze.