![Castello delle Cerimonie: la battaglia per la giustizia e il futuro incerto 1 20240217 211632](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240217-211632.webp)
Castello delle Cerimonie: una storia di ingiustizia
La notizia della confisca del Castello delle Cerimonie, meglio conosciuto come ‘La Sonrisa’, ha scosso non solo Sant’Antonio Abate, ma anche i telespettatori affezionati alla nota serie tv dedicata ai matrimoni e alle cerimonie. La Corte di Cassazione ha emesso la sentenza che ha sancito la confisca dell’hotel ristorante, gettando nel panico non solo la famiglia Polese, i proprietari, ma anche oltre 200 famiglie legate all’attività svolta in loco. La decisione di fare ricorso alla Corte di Strasburgo è stata annunciata, poiché la famiglia ritiene di aver subito un’ingiustizia.
Un passato di abusi edilizi
La vicenda giudiziaria della ‘Sonrisa’ ha radici lontane, risalenti al 2011, quando gli inquirenti iniziarono a contestare una serie di abusi edilizi che si erano protratti dal lontano 1979. La confisca definitiva riguarda non solo gli immobili, ma anche i terreni su cui sorge la struttura, destinati ora a entrare a far parte del patrimonio immobiliare del Comune. Le due opzioni che si pongono dinanzi all’amministrazione comunale sono chiare: demolire l’edificio o utilizzarlo esclusivamente per fini di pubblica utilità. La sentenza emessa nel 2016 ha coinvolto vari membri della famiglia Polese, che sono stati condannati e successivamente assolti da alcune accuse.
La battaglia legale e l’incertezza lavorativa
La famiglia Polese non si arrende di fronte alla decisione della Cassazione, e Ciro Polese esprime la loro delusione e determinazione nel fare appello alla Corte di Strasburgo. Con circa 300 famiglie legate all’attività del Castello delle Cerimonie, i Polese si dicono avviliti, ma pronti a continuare la loro battaglia per difendere non solo la struttura, ma anche i posti di lavoro che essa assicura. L’azienda è stata momentaneamente affidata loro dal tribunale per garantire continuità occupazionale, ma cosa succederà una volta che il Comune subentrerà?
Il futuro incerto e le possibili soluzioni
La sindaca Ilaria Abagnale si trova ad affrontare una situazione delicata, dove da un lato c’è la necessità di tutelare il territorio e i posti di lavoro, e dall’altro la questione della legalità e della gestione della struttura confiscata. Tra le ipotesi in campo, quella di tenere aperta la struttura affidandone la gestione a privati tramite un bando pubblico che escluda i Polese. Questa soluzione potrebbe garantire al Comune un fitto da destinare a fini di pubblica utilità, seguendo l’esempio di altre situazioni simili nel territorio.