Proteste in tutta Italia contro la censura e in solidarietà con la Palestina
Proteste e manifestazioni si sono susseguite in varie città italiane come Trieste, Palermo, Torino, Verona, Perugia e Roma, con migliaia di persone che si sono radunate davanti alle sedi della Rai. Lo scopo era chiaro: esprimere dissenso verso la presunta censura e mostrare solidarietà nei confronti della Palestina, con slogan che chiedevano lo “stop del genocidio” nella regione. Le piazze si sono riempite di voci contrarie alle politiche attuali e alla gestione mediatica dell’emittente nazionale.
Le manifestazioni in diverse città italiane
A Roma, una parte dei manifestanti ha srotolato uno striscione con la scritta “Non in nostro nome. Rai Radio Televisione Israeliana”, ribadendo così la distanza da quanto trasmesso dall’emittente. A Verona, le tensioni sono salite durante manifestazioni legate sia alla questione della caccia che a quella palestinese. Il corteo pro Palestina, inizialmente pacifico, ha visto momenti di tensione quando alcuni partecipanti hanno cercato di superare le linee di polizia per entrare in fiera. In Trieste, decine di persone hanno esposto bandiere e striscioni chiedendo di porre fine al presunto genocidio in corso e condannando i crimini attribuiti a Israele. A Torino, un corteo di due mila persone ha attraversato le strade del centro, con la partecipazione di varie sigle e associazioni. Durante la manifestazione, sono state bruciate le immagini della premier Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, simboli di contestazione politica. Anche a Palermo si è tenuta un’iniziativa in cui sono stati esposti cartelli critici nei confronti dell’Italia e dei media, sottolineando la mancanza di informazione e solidarietà verso la Palestina.
Reazioni e dichiarazioni durante le proteste
Le manifestazioni hanno visto la partecipazione di diverse realtà, tra cui associazioni arabe, collettivi studenteschi e movimenti sociali. I partecipanti hanno espresso dissenso nei confronti dell’amministratore delegato della Rai e del governo, denunciando tentativi di censura e di limitazione della libertà di espressione. I rappresentanti degli studenti universitari hanno dichiarato: “Il tentativo di censura di chi richiede il cessate il fuoco e la pace e si esprime contro il genocidio a Gaza è un comportamento che riteniamo ingiustificabile e che alimenta e giustifica il clima di guerra”. Le proteste sono state un’occasione per esprimere solidarietà e per ribadire la necessità di un’informazione libera e imparziale su questioni cruciali come il conflitto in Medio Oriente.