Caso Resinovich: La Battaglia per la Verità
Resinovich, fratello di Liliana Resinovich, la donna scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta dopo 22 giorni nel parco di San Giovanni a Trieste, ha scritto una lettera al Questore della città. La Procura concluse che si trattò di un suicidio, ma Sergio non ha mai accettato questa versione e si è opposto all’archiviazione del caso. A luglio, il Gip ha richiesto ulteriori indagini e l’esumazione del cadavere, sconfessando così la chiusura del caso. Sergio, convinto che la verità non sia emersa, ha espresso la sua amarezza per le pressioni subite e per la mancanza di chiarezza.
La Riesumazione e le Nuove Indagini
Tre giorni fa è stato eseguita l’esumazione del cadavere di Liliana nel cimitero di Sant’Anna a Trieste. Questo evento ha riportato l’attenzione sui dubbi e le incongruenze emerse durante le indagini precedenti. La seconda autopsia è stata affidata al medico legale Cristina Cattaneo, nota per le sue consulenze in casi di grande rilevanza. L’obiettivo è fugare ogni dubbio sulle cause del decesso e finalmente far emergere la verità. La famiglia e Sergio Resinovich nutrono la speranza che questi nuovi esami possano portare a una chiara risoluzione del caso e a una giusta conclusione.
Resinovich ha deciso di scrivere al Questore di Trieste per denunciare presunte pressioni ricevute da parte degli investigatori che avrebbero cercato di convincerlo del suicidio della sorella. Sergio è convinto che la morte di Liliana non sia da attribuire a un gesto volontario e che ci siano elementi oscuri da chiarire. Le affermazioni degli investigatori e le presunte pressioni ricevute prima dell’esame autoptico sollevano ulteriori dubbi sulla trasparenza delle indagini e sulla volontà di far emergere la verità. Resinovich chiede con forza verità e giustizia, evidenziando la necessità di approfondire gli elementi ambigui emersi durante le indagini precedenti.