Nino Migliori: il Ludovico Ariosto della Fotografia
Le sirene delle novità sono molto seducenti, specialmente quando si manifestano attraverso l’opera di un artista che ha saputo reinventarsi nel corso di decenni di attività. Nino Migliori, fotografo emiliano, si erge come un innovatore nel panorama artistico contemporaneo, unendo creatività e sperimentazione per plasmare un universo visivo unico e affascinante. La sua mostra attualmente ospitata al Castello Estense rappresenta un viaggio intrapreso da Migliori stesso, un viaggio che continua a evolversi nonostante i suoi 98 anni di età.
“Una ricerca senza fine: l’evoluzione di Nino Migliori”
Il titolo stesso dell’esposizione, ‘Nino Migliori. Una ricerca senza fine’, sottolinea l’incessante impegno dell’artista nel sondare nuove frontiere espressive e concettuali attraverso la sua fotografia. Con oltre 100 opere in mostra, curate da Denis Curti e disponibili per la visione fino al 3 giugno, lo spettatore è immerso in un viaggio temporale che abbraccia oltre settant’anni di produzione artistica. Le fotografie di Migliori abbracciano diversi stili e temi, dalle immagini neorealiste degli anni ’50 alle sperimentazioni concettuali che sfidano i limiti della percezione e della rappresentazione visiva.
Nino Migliori non si limita a catturare la realtà, ma la trasforma attraverso la sua lente creativa, esplorando la relazione tra materiali, casualità, tempo e presenza umana all’interno di ogni scatto. La sua visione artistica sfida i confini convenzionali della fotografia, spingendosi verso territori inesplorati che abbracciano l’arte, la sperimentazione e il puro divertimento visivo. L’inaugurazione della mostra ha visto la partecipazione attiva dell’artista stesso, simboleggiando il legame intimo tra l’opera e il suo creatore, immersi in un dialogo continuo tra passato e presente.
“La fotografia come sfida artistica”
Per Nino Migliori, la fotografia non è solo un mezzo per documentare la realtà, ma un terreno fertile per esplorare nuove forme espressive e sfidare i limiti della percezione visiva. In un’epoca in cui la tecnologia digitale domina il settore fotografico, Migliori rimane fedele alla sua macchina analogica, utilizzando metodi tradizionali per creare opere intrise di profondità e significato. La sua capacità di reinterpretare il mondo attraverso l’obiettivo della macchina fotografica lo eleva a un livello di pura arte, dove ogni scatto è una composizione studiata e ricca di simbolismo.
Attraverso le sue immagini, Nino Migliori sfida la distinzione convenzionale tra pittura e fotografia, creando opere che si pongono al confine tra due mondi artistici distinti. Come afferma Vittorio Sgarbi, presidente di Ferrara Arte, Migliori trasforma la fotografia in un atto di puro esperimento e ricerca, sfidando costantemente se stesso e il suo pubblico a vedere al di là della superficie dell’immagine. Ogni fotografia diventa così un ponte verso un regno di creatività e innovazione, in cui il fotografo diventa un pittore e la macchina fotografica un pennello per dipingere mondi nuovi e inaspettati.