Caso Resinovich: La Lotta per la Verità
Resinovich, il fratello di Lilly, la donna scomparsa e ritrovata morta a Trieste, non accetta la tesi del suicidio. Dopo la riesumazione del cadavere della sorella, Sergio ha deciso di scrivere al Questore di Trieste. La sua lotta per la verità è evidente, poiché non si arrende di fronte alle pressioni e alle conclusioni premature della Procura. L’archiviazione del caso respinta dal Gip a luglio ha dato nuova linfa alla ricerca di chiarezza sui fatti legati alla morte di Liliana.
Risposte dall’Autopsia a Milano
La decisione di affidare la seconda autopsia del cadavere di Lilly all’Istituto di medicina legale di Milano, sotto la supervisione di Cristina Cattaneo, esperta in casi di rilievo come Yara Gambirasio e Stefano Cucchi, potrebbe finalmente portare a una svolta. I risultati attesi potrebbero finalmente fugare i dubbi rimasti sulle cause della morte. La speranza è che questa nuova analisi possa portare alla luce dettagli ed elementi che finora sono rimasti oscuri.Resinovich ha preso posizione con amarezza, denunciando presunte pressioni subite da parte degli investigatori per chiudere il caso come suicidio. Le sue dichiarazioni sulla vicenda, insieme alla decisione di scrivere alla Questura, mettono in luce un quadro complesso di ostacoli e resistenze incontrate nella ricerca della verità. La richiesta di chiarire i fatti e di ottenere giustizia è il motore che spinge Sergio a non abbassare la guardia e a continuare la sua battaglia.