![Il peso della responsabilità: Eni al banco degli imputati per la causa climatica 1 20240215 205826](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240215-205826.webp)
Causa climatica: Eni al banco degli imputati
Eni, la multinazionale italiana del settore fossile, affronterà domani la prima udienza di una causa civile intentata da 12 cittadini italiani, Greenpeace Italia e ReCommon. L’accusa riguarda i danni attuali e futuri causati dai cambiamenti climatici, a cui Eni ha contribuito con le sue azioni negli ultimi decenni, mantenendo investimenti nei combustibili fossili.
Richiesta di cambiamento ambientale
Greenpeace Italia e ReCommon chiedono che Eni riveda la sua strategia industriale per ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020, in linea con gli obiettivi scientifici per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C e rispettare l’Accordo di Parigi sul clima. La richiesta è estesa anche al Ministero dell’Economia e delle Finanze e alla Cassa Depositi e Prestiti affinché adottino politiche climatiche coerenti con gli accordi internazionali. Negli ultimi mesi, è emerso che Eni, sin dagli anni ’70 e ’80, aveva consapevolezza degli impatti ambientali della combustione dei combustibili fossili. Nonostante le avvertenze, l’azienda ha continuato a investire nell’estrazione di petrolio e gas, ignorando le segnalazioni provenienti dalla comunità scientifica globale. Eni è stata parte di organizzazioni come l’Ipieca, fondata da compagnie petrolifere internazionali, che secondo studi recenti avrebbero influenzato le politiche climatiche internazionali. Questo evidenzia una lunga storia di disinteresse per le conseguenze ambientali delle proprie attività, a vantaggio degli interessi economici a breve termine. Strategie di comunicazione e distrazione Eni sta attuando una strategia di comunicazione finalizzata a migliorare la propria immagine e a distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità nella crisi climatica. Sponsorizzando eventi sportivi, musicali e culturali di grande risonanza, Eni cerca di creare un’immagine positiva attorno al suo marchio. Il coinvolgimento in manifestazioni come Sanremo, la serie A e la nazionale di calcio rappresenta una mossa pericolosa, che tenta di mascherare le azioni dannose per l’ambiente dell’azienda. Settori come lo sport, la musica e la cultura dovrebbero essere preservati dalla propaganda delle industrie dannose per l’ambiente. È fondamentale evitare che l’industria fossile possa influenzare negativamente la percezione pubblica attraverso sponsorizzazioni che cercano di nascondere la realtà dei danni ambientali causati dalle attività di estrazione e combustione dei combustibili fossili.