Delitto di Avetrana: Michele Misseri esce dal carcere
Michele Misseri, il 69enne di Avetrana condannato per la morte della nipote Sarah Scazzi, è uscito dal carcere dopo otto anni. Condannato in terzo grado per soppressione del cadavere della quindicenne, ha beneficiato della riduzione di pena per buona condotta, uscendo dal carcere di Lecce. L’ergastolo è stato inflitto alla moglie Cosima Serrano e alla figlia Sabrina Misseri, mentre lui ora si trova in libertà.
Luca La Tanza, avvocato di Misseri, ha dichiarato che l’uomo non è tornato nella sua casa ad Avetrana, dove avvenne il tragico evento. Da una località segreta, Misseri ha rilasciato dichiarazioni riguardo alla sua condanna, ribadendo di sentirsi l’unico responsabile della morte della nipote. Nonostante ciò, esprime il suo dissenso riguardo alla legge e alla situazione attuale, affermando che la verità non è stata interamente rivelata.
Le dichiarazioni di Michele Misseri
In un’intervista rilasciata dalla sua località segreta, Michele Misseri continua a sostenere la sua versione dei fatti, affermando: «È la verità, io da assassino sono fuori e loro da innocenti in carcere. Non è giusto, la legge non ha fatto le cose giuste». Misseri ha trascorso gli anni di reclusione impegnandosi in attività di volontariato e apprendimento, mantenendo un comportamento esemplare secondo quanto dichiarato.
Misseri ha anche parlato della nipote Sarah, ricordandola con amore e rimpianto: «Una volta mi è apparsa mentre lavoravo in Chiesa. L’ho vista come un angelo, era reale, non era un sogno. Ho pregato molto per lei, non solo in Chiesa, ma da tutte le parti». L’uomo si dice speranzoso di poter tornare in carcere al fine di far uscire le altre persone coinvolte, sostenendo che la verità non sia stata completamente accertata.
Infine, Michele Misseri ha cambiato versione sull’omicidio più volte nel corso degli anni, arrivando a incolpare anche la figlia Sabrina. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, la versione più attendibile è quella in cui Misseri accusa la propria figlia, sostenendo che non è mai riuscito a dare una versione coerente con gli elementi medico legali. La criminologa ha dichiarato che Misseri avrebbe cercato di proteggere la moglie e la figlia, presentando tratti di dipendenza evidenti nella sua personalità.