![La Complessa Crisi dell'Ilva e le Accuse al Socio Privato - Analisi approfondita 1 20240214 205249](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240214-205249.webp)
“Versione Morselli” e la Complessa Crisi dell’Ilva
La crisi dell’ex Ilva di Taranto è al centro di un dibattito acceso al Senato, con la manager Lucia Morselli che sottolinea come il problema principale risieda nei soldi e nel numero eccessivo di dipendenti. Tuttavia, Morselli evidenzia che la mancanza di accordi tra i soci sull’acquisto degli impianti impedisce alla situazione di risolversi in modo negoziato. Senza impianti di proprietà, l’azienda risulta non bancabile, compromettendo persino l’approvazione del bilancio per il 2023 a causa della mancanza di continuità aziendale. Il decreto governativo, in questo contesto, limita le possibilità di risoluzione della crisi, creando uno scenario intricato e senza vie d’uscita apparenti.La versione presentata da Lucia Morselli evidenzia un’assenza di focus su elementi cruciali come manutenzione, stato degli impianti e strategia industriale, oltre al disimpegno attuale del principale socio privato, Arcelor Mittal. Quest’ultimo, detentore del 62% di Adi, raramente viene citato dalla manager se non per ricordare l’offerta presentata nel 2017 per l’acquisizione del complesso siderurgico. Durante un’audizione in Commissione Industria del Senato, Morselli minimizza l’entità del debito, affermando che solo il 18% di 3,1 miliardi è scaduto, sottolineando che l’azienda è operativa, produce regolarmente e paga gli stipendi puntualmente. La discrepanza tra gli obiettivi di produzione e la realtà evidenzia una situazione complessa che si trascina nel tempo, con dichiarazioni che cercano di mantenere un’immagine di forza e resilienza nonostante le difficoltà.
Le Accuse e la Strategia del Socio Privato Arcelor Mittal
Le accuse rivolte al socio privato Arcelor Mittal riguardo a una presunta strategia per depotenziare il sito tarantino vengono respinte da Morselli, la quale sottolinea che se l’intenzione fosse stata quella, bastava un’azione rapida anziché investire miliardi. La manager evidenzia che all’epoca dell’acquisizione, l’Ilva era in fallimento, quindi sarebbe stato sufficiente astenersi dall’offrire per poi acquisirla a un prezzo inferiore sul mercato. Questa interpretazione dei fatti sembra ignorare il cambiamento di rotta del socio privato, avvenuto dopo il primo contratto e i problemi legati allo scudo penale, che portarono al deconsolidamento delle attività italiane di Arcelor Mittal e al cambio di amministratore delegato.L’audizione recente conferma la distanza evidente tra le parti coinvolte, con il ministro delle Imprese Adolfo Urso che sottolinea la necessità di un cambio di rotta e di equipaggio, vista l’assenza di intenzioni di investimento da parte del principale azionista, Arcelor Mittal. Il governo, di fronte a una situazione così complessa, si prepara a convocare i sindacati per valutare le prossime mosse. Nonostante l’amministrazione straordinaria rimanga un’opzione sul tavolo, convincere un nuovo investitore privato a entrare in gioco si prospetta altrettanto difficile. Urso esclude categoricamente un intervento statale in Acciaierie d’Italia al posto di Mittal, delineando un futuro incerto e pieno di sfide per il settore siderurgico italiano.