Binari italiani: il divario Nord-Sud
Un’Italia a due velocità corre lungo i binari italiani fra treni che hanno più di 18 anni, linee sospese o chiuse da tempo e ritardi. È questa la fotografia scattata dal rapporto «Pendolaria 2024» di Legambiente. Il divario fra Nord e Sud comincia dall’età media dei convogli: al Sud è di 18,1 anni mentre al Nord è di 14,6 anni. Il record di «anzianità» spetta al Molise (22,6 anni) seguita dalla Calabria (21,4 anni). Secondo l’associazione ambientalista, quattro delle dodici linee ferroviarie peggiori sono al Sud: «Le ex linee circumvesuviane, la linea Catania-Caltagirone-Gela e la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, la linea adriatica nel tratto pugliese Barletta-Trani-Bari». Senza considerare le «linee ferroviarie chiuse e sospese ormai da anni come quella della Palermo-Trapani via Milo, della Caltagirone-Gela o quelle delle linee a scartamento ridotto che da Gioia Tauro portano a Palmi e a Cinquefrondi in Calabria, il cui servizio è sospeso da 11 anni e dove non vi è alcun progetto concreto di riattivazione».
L’appello di Legambiente per un cambiamento
Legambiente lancia un appello al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini affinché il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi una priorità: «il Sud, a partire dalla Calabria e dalla Sicilia, non ha bisogno del Ponte sullo stretto di Messina, ma di potenziare le linee ferroviarie con nuovi treni, di puntare su elettrificazione e collegamenti più veloci via terra, di migliorare il trasporto via nave con l’acquisto dei traghetti Ro-Ro e convertire le flotte attuali in traghetti elettrici». Legambiente sottolinea che «in Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico sono un tema del tutto secondario, insieme al Mezzogiorno e ai finanziamenti a oggi insufficienti». Il presidente Stefano Ciafani aggiunge: «Bisogna invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno, finanziando le prioritarie infrastrutture che sono nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate, treni moderni, veloci, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garantendo accessibilità e uno spostamento dignitoso e civile». Ciafani sottolinea che la vera sfida da realizzare al 2030 è quella di un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali. Legambiente si sofferma sui fondi per gli ammodernamenti, evidenziando come nel 2023 il Pnrr prevedesse ampi interventi sulle ferrovie, ma è stato rimodulato e diversi interventi sono stati bloccati o rimodulati. Anche i nuovi treni a idrogeno in acquisto sono stati ridotti da 150 a 50, causando tagli significativi al sistema di AV/AC al sud. Il rapporto segnala una buona notizia riguardante il trend di ripresa del numero dei viaggiatori al giorno. Trenitalia ha dichiarato un aumento del +7% per i Frecciarossa rispetto al 2019, +10% per gli Intercity e +18% per il trasporto regionale. Continua anche il piano di elettrificazione di Rfi con previsioni di attivare circa 1.200 km di linea entro il 2026 e ulteriori 54,6 km oltre il 2026, con un investimento totale che supera i due miliardi di euro. Per i pendolari del Nord sono state avviate diverse iniziative positive, tra cui nuove linee e integrazioni tariffarie su scala regionale.