![Diaby: tra la promessa calcistica e le ombre del crimine 1 20240214 011835](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240214-011835.webp)
Diaby, l’ex promessa della Roma Primavera
Diaby, ex calciatore della Roma Primavera, si trova attualmente dietro le sbarre, coinvolto in vicende che gettano una luce sinistra sulla sua vita. Conosciuto con il soprannome di ‘Balotelli’ dalle gang dell’Alessandrino e di Centocelle, il giovane è al centro di un’indagine che ha svelato la sua ossessione per il denaro. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, il denaro sembrava essere una priorità per lui. Interessante è il momento in cui è stato intercettato dai carabinieri al Quarticciolo: era impegnato in una transazione di droga, un fatto che ha scatenato una serie di avvenimenti intricati. Durante un controllo mentre si trovava ai domiciliari, un complice lo redarguì per il recupero di 500 euro, sottolineando la sua avidità.
La notte misteriosa
La notte incriminata ha portato alla luce dettagli inquietanti. Dopo una cena con l’amico Matteo, Diaby ha proseguito la serata in un locale affollato, circondato da gente comune e da volti noti come Chanel Totti. È in questo contesto che il giovane, con cappuccio e mascherina, ha fatto la sua improvvisa comparsa. La reazione dei presenti è stata di sorpresa mista a timore, e il suo nome è stato prontamente segnalato alle autorità. Nonostante il tentativo di allontanare l’amico Matteo e le parole minacciose rivolte agli astanti, Diaby sembrava determinato a mettere in atto una serie di azioni violente, lasciando tutti stupiti e preoccupati.
Matteo e gli altri presenti hanno cercato di collaborare con le autorità, preoccupati per la sorte di Danilo, ma il padre del ragazzo ha preferito agire da solo. Il coinvolgimento di un intermediario egiziano ha aggiunto un ulteriore strato di mistero a questa intricata vicenda. Il momento cruciale è stato quando, il giorno successivo, il padre ha rassicurato Matteo affermando che il figlio sarebbe stato riconsegnato a casa. Tuttavia, il luogo in cui era stato trattenuto rimane avvolto nel mistero, con ipotesi che lo collegano a un ex hotel trasformato in una sorta di rifugio per vari gruppi etnici. La drammaticità degli eventi si riflette anche nel silenzio che è seguito al rilascio di Danilo, con lui stesso che afferma di non ricordare nulla e il padre che si rifiuta di parlare dell’accaduto. La faccenda si complica ulteriormente con le indagini per falsa rivelazione in corso ai danni di entrambi, mettendo in luce un intricato intreccio di eventi.