Marcia Animalista a Trento in Protesta per la Morte dell’Orso M90
Piazza Dante a Trento è diventata il punto di partenza per una manifestazione animalista che ha visto la partecipazione di oltre 300 persone, tutte riunite per protestare contro le politiche adottate dalla Giunta provinciale trentina, soprattutto dopo l’uccisione dell’orso M90. Il corteo, organizzato dalla campagna Stop Casteller, ha attraversato diverse zone della città, inclusi luoghi simbolici come piazza Venezia, il Commissariato del Governo e piazza Duomo.
Tra le associazioni che hanno mostrato solidarietà e supporto a questa causa vi sono Lav, Lac, Lndc Animal Protection, Leal, Enpa, AnimaLiberAction, Ribellione animale e Bearsanothers. Questo ampio sostegno sottolinea l’importanza del tema e la volontà di diverse realtà di unirsi per difendere gli animali e promuovere politiche più rispettose dell’ambiente.
La Voce di Francesca Manzini e la Critica alle Politiche Provinciali
Francesca Manzini, portavoce di Stop Casteller, ha espresso con fermezza il dissenso nei confronti delle politiche attuate dall’amministrazione provinciale trentina in merito ai grandi carnivori, anticipando anche proteste future. In un’intervista all’ANSA, Manzini ha dichiarato: “Siamo qui per dire che c’è un Trentino, c’è un’Italia diversa che hanno tutta l’intenzione di opporsi a quello che sta succedendo.” Queste parole evidenziano la determinazione del movimento nel voler promuovere un cambiamento concreto e urgente.
Il prossimo evento previsto, come annunciato da Manzini, si terrà il 4 marzo davanti alla Provincia autonoma, in concomitanza con la discussione in Consiglio provinciale sull’approvazione del ddl Failoni. Questo disegno di legge, denominato numero 11, propone l’abbattimento annuale di orsi, specificando che nel 2024 e nel 2025 saranno otto gli orsi destinati a essere soppressi. La lotta del movimento si concentra sulla richiesta di una gestione più trasparente e rispettosa dell’ecosistema, che riconosca il diritto alla sopravvivenza di tutte le specie, compresa quella degli orsi.
I manifestanti chiedono una convivenza pacifica e rispettosa, basata sulla reciprocità e sulla salvaguardia delle vite animali. La parola convivenza, sottolinea Manzini, deve preservare il significato di vita per entrambe le parti coinvolte, senza sacrificare nessuna delle due per favorire l’altra. Questa critica alle politiche che mettono a repentaglio la vita degli orsi e di altre specie selvatiche riflette un crescente senso di responsabilità e consapevolezza ambientale che sta permeando la società civile e le organizzazioni attive nel settore della protezione animale.