Gli Stati Uniti bloccano nuovamente la mozione in aiuto della Palestina all’ONU
La situazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è fatta tesa di recente, con una mozione presentata dall’Algeria per chiedere un immediato cessate il fuoco nella regione palestinese. L’ambasciatore dell’Algeria, Amar Bendjama, ha spinto per l’attuazione delle precedenti risoluzioni 2712 e 2720 del 2023, mirando a garantire un accesso umanitario sicuro e a porre fine alle ostilità in corso.
La reazione degli Stati Uniti non si è fatta attendere, con la rappresentante permanente Linda Thomas-Greenfield che ha respinto la proposta algerina. Thomas-Greenfield ha sostenuto che la mozione potrebbe compromettere i negoziati in corso, coordinati da Qatar, Stati Uniti, Israele ed Egitto, e minare gli sforzi diplomatici per assicurare il rilascio degli ostaggi. In questo modo, gli Stati Uniti si sono posti come ostacolo a qualsiasi decisione che costringa Israele a porre fine alle violenze contro la popolazione palestinese.
L’opposizione statunitense e il presunto progetto di tregua
L’azione degli Stati Uniti è stata interpretata come un tentativo di proteggere Israele da possibili misure punitive, con l’obiettivo dichiarato di preservare un presunto progetto di tregua in corso di negoziazione. Thomas-Greenfield ha difeso la posizione statunitense sostenendo che qualsiasi mossa critica nei confronti di Israele potrebbe compromettere gli sforzi per raggiungere una soluzione negoziata al conflitto.
Questa inversione di ruoli da parte degli Stati Uniti ha sollevato critiche da diversi Paesi, con la Cina che ha sottolineato l’importanza delle misure provvisorie della Corte per proteggere i civili e paesi come Mozambico e Guyana che hanno espresso la necessità di una pausa umanitaria immediata e duratura. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno respinto le conclusioni preliminari della Corte, ritenendo che non avessero sostenuto un immediato cessate il fuoco o accusato Israele di violare la Convenzione sul Genocidio.
Israele ha reagito definendo il processo come politicizzato, respingendo le accuse e riaffermando il proprio diritto a difendersi. Questo nuovo scontro all’ONU evidenzia le profonde divisioni e le complessità del conflitto israelo-palestinese, con gli Stati Uniti che continuano a svolgere un ruolo chiave nel determinare il corso degli eventi e influenzare le decisioni internazionali in merito alla situazione in Medio Oriente.