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Dal caso Cospito al Mes: La Strana Moda del Giurì d’Onore
La strana moda del giurì d’onore sembra aver preso piede in questa legislatura, con un’incidenza notevole dopo l’elezione di Giorgia Meloni. In meno di un anno e mezzo, il Parlamento ha optato per questo strumento ben tre volte, nonostante la storia indichi che tali iniziative sono sempre culminate in un ‘nulla di fatto’.
Si tratta di una commissione d’indagine che può essere istituita su richiesta di un parlamentare per valutare le accuse che potrebbero ledere la sua ‘onorabilità’. Tuttavia, il suo potere si limita a presentare le proprie conclusioni alle Camere, senza avere alcun strumento punitivo effettivo. La convocazione del giurì d’onore sembra dunque avere principalmente uno scopo ‘mediatico’, atto a catalizzare l’attenzione sul dibattito in corso.
La Richiesta di Giuseppe Conte sul Mes e le Accuse a Giorgia Meloni
Questo particolare strumento è stato richiesto di recente dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, al fine di ‘accertare le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio Giorgia Meloni’ in merito al Mes. Meloni aveva accusato Conte di aver fatto ratificare i fondi europei ‘un giorno dopo essersi dimesso’. Tuttavia, il giurì si è concluso nel ‘nulla’, poiché poco prima della sua conclusione, i due membri dell’opposizione hanno fatto marcia indietro e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha deciso di scioglierlo. Mentre un giurì veniva sciolto, ne veniva richiesto un altro: il presidente della commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni (FdI), ha annunciato la richiesta contro il capogruppo del PD in Senato, Francesco Boccia. Durante una discussione sul premierato, Boccia ha accusato Balboni di aver minacciato l’intervento della ‘forza pubblica’, mentre quest’ultimo ha definito tali affermazioni come una ‘ricostruzione infondata’. Nel frattempo, il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, si è proposto di evitare la formazione di un nuovo giurì mediante le sue capacità di ‘conciliazione’.
La Storia dei Giurì d’Onore: Un’Analisi Retrospettiva
Questa non è stata però la prima commissione d’indagine di questo tipo richiesta durante la legislatura attuale. Un anno fa, è stato il Partito Democratico a chiedere il giurì per le dichiarazioni di Giovanni Donzelli sul caso Cospito. Donzelli aveva inizialmente rivelato come l’anarchico fosse riuscito a parlare con due mafiosi mentre si trovavano entrambi in regime di 41bis, per poi accusare tre deputati del PD che lo avevano visitato in carcere. Questo episodio ha portato all’apertura di un’inchiesta sul sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, per rivelazione di segreti d’ufficio. Tuttavia, il deputato di Fratelli d’Italia è stato ‘assolto’ dalla commissione. In poco più di un anno e mezzo di legislatura, si sono contate ben tre giurì d’onore, un’insolita frequenza considerando che non ne veniva convocato uno da oltre dieci anni. L’ultimo risale infatti alla XVI legislatura (2008-2013), dove lo scontro più evidente riguardava le accuse mosse da Massimo Vannucci a Gianni Farina, il quale avrebbe intrattenuto rapporti con il SISMI fabbricando dossier falsi. Anche in quel caso, le accuse si risolsero senza conseguenze. Lo stesso accadde nelle legislature precedenti, con accuse di vario genere che alla fine si dissolsero nel nulla. La richiesta di un giurì d’onore contro il presidente del Consiglio non è un’eccezione, avendo avuto tentativi simili anche in passato, senza però giungere a una formale convocazione.