![Eni riceve avviso legale per le attività a Gaza: controversia sulle concessioni petrolifere 1 20240209 235515](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240209-235515.webp)
Eni riceve avviso legale per le attività a Gaza
Il gruppo Eni, partecipato al 30% dal Tesoro italiano, si trova al centro di una controversia legale riguardante le attività nelle aree marittime della Striscia di Gaza. Lo studio legale Foley Hoag LLP di Boston ha inviato un avviso affinché Eni cessi le operazioni in quelle zone, asserendo che la concessione per il gas di Gaza è illegittima. Gruppi palestinesi per i diritti umani come Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR sono dietro questa azione legale, sollevando preoccupazioni legate al rischio di complicità in crimini di guerra.
Concessioni petrolifere e controversie territoriali
La questione si infiamma attorno alle concessioni di licenza per l’esplorazione delle acque antistanti a Gaza assegnate a diverse società petrolifere, tra cui Eni, Dana Petroleum e Ratio Petroleum. Queste licenze, emesse dopo l’inizio dei bombardamenti sulla Striscia, riguardano un giacimento di gas con un potenziale stimato di 30 miliardi di metri cubi. Ciò potrebbe generare entrate significative, ma la disputa territoriale complica la situazione.
Controversia territoriale e violazioni del diritto internazionale
Secondo il governo israeliano, solo gli Stati sovrani hanno il diritto alle zone marittime, escludendo la Palestina in quanto non riconosciuta come Stato. Tuttavia, le associazioni palestinesi coinvolte nel ricorso ritengono che le concessioni siano una violazione del diritto internazionale umanitario e consuetudinario. Invitano quindi le compagnie coinvolte a non partecipare a ciò che considerano un atto di saccheggio delle risorse naturali palestinesi.
Applicazione del diritto internazionale e gestione delle risorse
Le associazioni accusano Israele di cercare un’annessione de facto e de jure delle aree marittime palestinesi attraverso le concessioni petrolifere. Sottolineano che, secondo il diritto internazionale, Israele non può sfruttare risorse finite non rinnovabili a beneficio della potenza occupante. Tale comportamento violerebbe le regole di usufrutto internazionali e andrebbe contro l’interesse della popolazione occupata.