Scossa di Terremoto a Parma e Umbria: Paura e Apprensione
Paura e un senso di apprensione hanno scosso la provincia di Parma con una scossa di magnitudo 4.2 che ha destato preoccupazione tra la popolazione. La Val Baganza parmense, teatro di oltre 120 scosse sismiche dal 7 febbraio, ha visto un aumento dell’agitazione con un evento più significativo avvertito anche nella città di Parma durante l’ora di pranzo. I comuni maggiormente interessati includono Langhirano, Calestano e Fornovo di Taro, con la gente che ha vissuto momenti di tensione e incertezza.
Reazioni a Parma e nei Comuni Colpiti
A Parma città, la scossa di 4.2 ha spinto la popolazione a reazioni di preoccupazione. Il sindaco Michele Guerra ha prontamente attivato l’Alert System, monitorando da vicino lo sviluppo della situazione e invitando alla calma. Nei centri di Felino, Marzolara e Calestano, dove l’epicentro è stato localizzato, le persone sono scese in strada per cercare rifugio per alcuni minuti, incluso il personale degli edifici pubblici. Un particolare curioso è emerso: l’epicentro coincide con una famosa pizzeria di Marzolara, vicino al ponte sul torrente Baganza. Il sindaco di Calestano, Francesco Peschiera, ha dichiarato: ‘È stata una scossa molto rapida, una frazione di secondo, ma per il momento non abbiamo registrato danni. Siamo in pre-allerta’.
Analisi Sismica e Contesto Storico
L’area coinvolta nella sequenza sismica in corso è stata oggetto di attenzione da parte dei sismologi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) per la sua sismicità storica. Eventi simili, seppur di magnitudo superiore, hanno interessato la regione in passato. Ad esempio, il terremoto del 4 marzo 1898, con una stima di magnitudo 5.4, ha colpito gran parte del nord Italia. Altri eventi significativi includono il terremoto del 9 novembre 1983, tra Parma e Langhirano, di magnitudo 5.0 e quello del 23 dicembre 2008, poco a sudest dell’attuale sequenza, di magnitudo 5.4.
L’Ingv sottolinea che le sequenze sismiche come quella attuale sono comuni nell’Appennino settentrionale e in altre regioni italiane. La maggior parte di queste sequenze si risolve entro pochi giorni o settimane, ma in casi eccezionali possono protrarsi più a lungo, soprattutto se si verificherà un terremoto di maggiore intensità. L’area interessata presenta una pericolosità sismica media e confina con regioni dell’Appennino settentrionale ad alto rischio sismico, come la Val di Taro e la Garfagnana.