![La direttiva sulla sostenibilità e i diritti umani: sfide e soluzioni nell'Unione Europea 1 20240209 185042](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240209-185042.webp)
La direttiva sulla sostenibilità e i diritti umani
La rivolta dei trattori e le esitazioni sulla direttiva sulla sostenibilità sociale e ambientale (Corporate sustainability due diligence directive, Csdd) stanno scuotendo il panorama europeo. Questa direttiva, che propone standard più elevati sui diritti umani nella filiera del prodotto, ha generato preoccupazione tra i produttori europei. Molti temono le sfide della transizione ecologica e la costruzione di un’economia sostenibile che ponga al centro la persona e la sua dignità. “Non possiamo fare i ‘primi della classe’ se poi la concorrenza estera ci sbaraglia con prezzi più competitivi,” affermano agricoltori e produttori sostenuti da forze politiche.
Ma quale è la vera alternativa? Ci chiediamo se siamo destinati a essere prigionieri di una corsa al ribasso che compromette la salute, i diritti del lavoro e l’ambiente, danneggiando tutti. L’approvazione della Direttiva sul rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori da parte del Consiglio Ue potrebbe rappresentare un passo avanti per superare questa situazione di stallo. Questo potrebbe ridefinire il modo in cui affrontiamo le questioni legate alla sostenibilità e ai diritti umani nell’ambito economico.
Il ruolo del ‘Border adjustment mechanism’
Esiste una via d’uscita dal dilemma attuale. Si chiama ‘Border adjustment mechanism’ e potrebbe essere la soluzione che stiamo cercando. Questo meccanismo prevede che le merci che non dimostrano di rispettare gli standard sociali ed ambientali europei paghino la differenza di prezzo alla frontiera, evitando così una concorrenza sleale che compromette i diritti dei lavoratori e il problema climatico. “Il Cbam sta iniziando a produrre i frutti attesi rendendo la sostenibilità ambientale un fattore competitivo,” sottolineano gli esperti.
La sperimentazione del Cbam su acciaio e alluminio dal primo ottobre 2023 è un passo importante verso la protezione etica e ambientale. Tuttavia, questa misura ha incontrato resistenze da parte dei concorrenti esteri e di alcuni produttori nazionali. Le filiere internazionali sono caratterizzate da un intenso commercio di semilavorati, il che implica che la tassa di frontiera sulle emissioni possa coinvolgere anche i produttori locali dipendenti da importazioni da Paesi con standard ambientali più bassi. Nonostante le sfide, il Cbam potrebbe rappresentare un’inversione di marcia nella corsa al ribasso su diritti e ambiente nel commercio internazionale.
Il futuro potrebbe richiedere un’estensione del Cbam alla questione dei diritti umani. Questo passo potrebbe contribuire a superare l’idea che la Corporate Sustainability Due Diligence ci metta in una posizione svantaggiosa sul piano competitivo. È fondamentale accompagnare imprese e individui in questo cambiamento per evitare di abbandonarli a politiche che, mirando a un consenso a breve termine, giocano sulle paure legate all’innovazione e all’avanzamento.