Il Pd e le sfumature sull’Ucraina
Il Partito Democratico continua a mostrare divisioni sul tema del sostegno militare all’Ucraina, evidenziando piccole crepe all’interno del partito. A Montecitorio, il gruppo dem ha recentemente votato a favore del decreto che permette al governo di inviare armi a Kiev anche nel 2024, ma quattro deputati hanno scelto di astenersi dal voto. Tra questi, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, il vicecapogruppo Paolo Ciani, e i deputati Nico Stumpo e Arturo Scotto. Quest’ultimo ha commentato la sua posizione dicendo: “Questione politica, avevo deciso così anche un anno fa.” Ciani, invece, aveva precedentemente votato contro l’invio delle armi, generando qualche polemica: “Ho spiegato più volte che, a mio avviso, bisognerebbe valutare come andare avanti,” ha dichiarato Boldrini. Nessuna frizione evidente all’interno del partito: le scelte di questi quattro membri erano attese e già considerate. È importante notare che non si sono schierati con il fronte contrario, composto da M5s e Verdi-Sinistra, che si oppongono all’invio di armi. Tuttavia, queste divisioni interne al Partito Democratico mettono in luce la presenza di diverse sensibilità riguardo alla continuazione dell’invio di armi in Ucraina. Recentemente, tre membri del partito si erano distinti su questo tema con motivazioni opposte: l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini e le deputate Marianna Madia e Lia Quartapelle avevano votato a favore della risoluzione di maggioranza, mentre il gruppo Pd aveva scelto l’astensione. Una situazione simile si era verificata anche al Senato, con sei senatori che avevano espresso preoccupazione per la mancanza di coerenza nel supporto a Kiev. Questa varietà di posizioni all’interno del partito è emersa dopo due anni di conflitto in Ucraina, sollevando dubbi sulla linea del supporto militare senza prospettive.