Il Digital Services Act: Nuove Regole Europee per i Servizi Online
Il 17 febbraio segnerà un momento cruciale per il mondo digitale europeo, poiché entrerà in vigore il Digital Services Act (DSA), il pacchetto normativo che regolerà i servizi digitali in Europa. Questa legge coinvolgerà fornitori di cloud, hosting, motori di ricerca, e-commerce e altri intermediari online, imponendo regole rigide per garantire trasparenza, combattere la violenza e la disinformazione online, proteggere i minori e limitare la profilazione degli utenti. In particolare, si richiede maggiore trasparenza riguardo agli algoritmi e alla pubblicità online.
Le Grandi Piattaforme sotto la Lente del DSA
Fino ad ora, solo 22 grandi multinazionali del settore hanno dovuto adeguarsi alle normative del DSA. Queste aziende, classificate come grandi piattaforme e motori di ricerca, hanno dovuto prepararsi per rispettare le regole imposte dal pacchetto normativo. Tra queste piattaforme figurano nomi noti come Google, Meta (proprietaria di Instagram e Facebook), Bing, Snapchat, Amazon, e molti altri. Anche tre siti per adulti, Pornhub, XVideos e Stripchat, sono stati inclusi nella lista degli operatori da regolamentare.
Adesso è il momento per tutti gli operatori online di mettersi al lavoro, poiché il countdown verso l’entrata in vigore del DSA è iniziato. A seguito di queste nuove regole, Wired ha cercato di capire come diverse piattaforme online, sia italiane che europee, stiano affrontando questa trasformazione. Roberto Liscia, presidente di Netcomm, ha sottolineato l’importanza del DSA nel creare una maggiore trasparenza tra consumatori e aziende nel settore dell’e-commerce, promuovendo una competizione equa tra le imprese europee e non.
Le Implicazioni per le Aziende e le Possibili Multe
La maggior parte delle aziende contattate sembra essere cauta nell’affrontare il cambiamento normativo, con molte che hanno ignorato le richieste di informazioni o non hanno risposto in maniera adeguata. Questo atteggiamento potrebbe riflettere l’incertezza sulle conseguenze dell’entrata in vigore del DSA e sulle possibili sanzioni. Le multe per le violazioni possono arrivare fino al 6% del fatturato annuale o al 5% dei ricavi medi giornalieri per ogni giorno di ritardo nell’adeguamento alle normative.
Alcune piattaforme e servizi, come Yoox, Glovo, Airbnb, The Fork e molti altri, hanno scelto di non rispondere alle richieste di Wired, evidenziando una certa cautela nel gestire il cambiamento normativo. Altri, come Just Eat e Waze (appartenente a Google), stanno lavorando per adeguarsi alle regole senza fornire dettagli sulle azioni intraprese. È evidente che il DSA sta spingendo le aziende online a rivedere le proprie pratiche per conformarsi a un nuovo quadro normativo più rigoroso e trasparente.