Il pericolo delle parole: responsabilità istituzionali a rischio
Con le parole non si scherza. Mai. Ancora di più quando si hanno responsabilità istituzionali e di governo. Il deterioramento del linguaggio pubblico, con l’aumento dell’insulto e dell’aggressività come strumenti di comunicazione, rappresenta un pericoloso trend. L’utilizzo da parte di un rappresentante istituzionale di frasi violente e minacciose, come nel caso delle esternazioni recenti di De Luca, supera ogni limite accettabile. È essenziale che tutti, compresi coloro che sono vicini al politico, prendano una posizione netta e decisa, isolandolo per il bene dell’intera comunità.
De Luca ha oltrepassato il segno, diventando prigioniero di un linguaggio farneticante e narcisista, inaccettabile per chi riveste ruoli di rilievo nel governo.
Le tonalità da avanspettacolo e la commistione tra satira, commedia e retorica non possono mascherare la pericolosità delle parole utilizzate. Evocare concetti bellici come ‘siamo in guerra con questo governo’ o parlare di ‘resistenza e lotta armata’ rappresenta una deriva grave e priva di prospettive politiche, soprattutto per il popolo campano e meridionale.
Il pericolo della divisione territoriale e identitaria
Alzare i toni dello scontro politico con il governo nazionale e promuovere un’opposizione del Mezzogiorno, accentuando fratture territoriali e identitarie, rischia di portare solo a una maggiore divisione.
Questo approccio, che mira a raccogliere consenso attraverso la protesta e il rivendicazionismo ‘sudista’, senza offrire prospettive concrete, non fa altro che danneggiare la regione e i suoi abitanti. Il tentativo di sfruttare la situazione per fini personali, ricorrendo a un linguaggio estremista, rappresenta un pericolo per la stabilità e la coesione del Paese nel suo insieme.
La radicalizzazione del linguaggio e dei comportamenti, unita a un’accresciuta enfasi sull’identità territoriale, rischia di amplificare ulteriormente le divisioni e le tensioni politiche.
È fondamentale comprendere che il linguaggio eversivo non può cancellare i problemi strutturali che affliggono il Mezzogiorno, come la gestione inefficiente dei fondi europei e la mancanza di miglioramenti significativi nei parametri socio-economici della regione. La retorica vuota e la mancanza di un progetto concreto per l’intero Paese non fanno che alimentare un clima di conflitto e incertezza, anziché promuovere una reale crescita e sviluppo equo per tutte le aree del Paese.