L’Inter di Marotta: un mix di strategia e successo
L’Inter che ha sconfitto la Juventus nel recente match scudetto non solo ha dimostrato la propria superiorità sul campo, ma ha anche fatto parlare di sé per il costo notevole di 210.531.133 euro. Questa cifra, derivante dall’analisi del bilancio del club nerazzurro, include il valore di mercato delle operazioni effettuate dopo il 1° luglio, coinvolgendo 16 giocatori in campo e altri 88,7 milioni per coloro che sono rimasti in panchina.
Strategie di mercato e numeri sorprendenti
Quando si analizzano le strategie di mercato messe in atto da Marotta e Ausilio durante gli anni di autofinanziamento, i numeri giocano un ruolo fondamentale. Sorprendentemente, una parte considerevole di questa spesa riguarda il periodo precedente all’austerity, in cui l’investimento economico era più agevole da parte della famiglia Zhang e dei suoi predecessori.
L’undici titolare scelto da Inzaghi ha avuto un costo complessivo di 176.559.594 euro, di cui una quota significativa è stata destinata a Barella, Bastoni e Lautaro Martinez, giocatori ormai considerati veterani. Il resto della squadra è stato assemblato con costi contenuti, seguendo una politica quasi a costo zero, che ha permesso all’Inter di schierare sette giocatori su 11 con un costo inferiore ai 30 milioni di euro complessivi.
Limiti e successi della gestione nerazzurra
I dirigenti dell’Inter hanno dimostrato prontezza nel cercare di assicurarsi giocatori come Zielinski e Taremi per il prossimo luglio, puntando su calciatori esperti in grado di arricchire la rosa senza gravare eccessivamente sul bilancio. Nonostante un budget di secondo livello a livello europeo, molto distante dai grandi club internazionali, l’Inter è riuscita a costruire una squadra competitiva, dimostrando che anche con risorse economiche limitate è possibile realizzare un lavoro intelligente.
La sfida contro la Juventus ha messo in luce le differenze tra le due squadre, con Allegri che poteva contare su una panchina giovane e ricca di potenzialità, ma con meno esperienza e qualità rispetto all’Inter di Inzaghi. Quest’ultimo ha saputo creare un “instant team”, un mix di giocatori pronti per la vittoria immediata e altri destinati a crescere nel tempo, con i secondi che hanno inciso maggiormente sulle spese di investimento complessive.