Caccia in Italia: Accuse e Procedimenti dall’UE
La Commissione europea ha avviato una doppia procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per presunte violazioni delle regole europee sulla caccia e sulla protezione di specie animali protette. Le accuse riguardano il mancato rispetto delle normative che mirano a limitare la cattura e l’uccisione accidentale di delfini, tartarughe e uccelli marini.
La prima procedura riguarda l’utilizzo di munizioni contenenti troppo piombo, in contrasto con la direttiva Uccelli e il regolamento Reach dell’UE. Queste normative vietano l’uso di munizioni al piombo nelle zone umide per proteggere gli uccelli acquatici e l’ambiente. La Commissione ha sottolineato che l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alle accuse e correggere le violazioni rilevate. Questo intervento arriva in un momento delicato, mentre in Italia si discute la revisione delle norme sulla caccia, con proposte che hanno sollevato polemiche e preoccupazioni.
Proposte Legislative Contestate e Reazioni Politiche
La proposta di legge presentata dal deputato leghista Francesco Bruzzone ha generato un acceso dibattito. Questo testo mira a ridurre i vincoli per i cacciatori e ad ampliare le possibilità di utilizzo dei richiami vivi, trasferendo alle Regioni la competenza legislativa in materia. Inoltre, proponeva l’abbassamento dell’età minima per ottenere la licenza di caccia a 16 anni, tra altre misure.
Tuttavia, questa proposta ha sollevato critiche da parte di diverse figure politiche e ambientaliste. Michela Vittoria Brambilla del partito Noi Moderati e l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa del M5S si sono opposti alla deregulation proposta da Bruzzone. Costa ha richiesto al governo una valutazione approfondita sulla costituzionalità del provvedimento, evidenziando preoccupazioni sul possibile impatto elettorale sulle decisioni legislative. La contestazione della Commissione europea riguarda anche la mancanza di un sistema di monitoraggio da parte dell’Italia sulla cattura e l’uccisione accidentale di specie protette, come i delfini e le tartarughe.
Il confronto tra le norme nazionali e le direttive dell’UE sulla protezione della fauna selvatica e sull’utilizzo di munizioni rappresenta un nodo cruciale che richiede un’attenta valutazione e un’azione tempestiva da parte delle autorità italiane per evitare sanzioni e procedimenti legali.