![Violazioni della normativa europea sulla caccia: l'Italia sotto accusa dell'Ue 1 20240207 205622](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240207-205622.webp)
Caccia e normative europee: l’infrazione dell’Ue
Il governo italiano si trova nuovamente sotto i riflettori dell’Unione Europea a causa della normativa sulla caccia, che pare non rispettare gli standard europei. La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, inviando una lettera di messa in mora a seguito di norme legislative approvate dal centrodestra. Queste norme sono state contestate da associazioni ambientaliste e ora Bruxelles ha preso posizione, evidenziando il mancato rispetto della Direttiva Uccelli e del Regolamento REACH.Le criticità della normativa italianaLa normativa italiana, secondo quanto riscontrato dalla Commissione europea, presenta diverse criticità rispetto alla normativa europea vigente. In particolare, la legislazione italiana permette alle Regioni di autorizzare atti di caccia anche in aree in cui questa è vietata, come le zone protette, e durante periodi dell’anno in cui la caccia non è consentita. Questo va in netto contrasto con la Direttiva Uccelli, che mira a proteggere specie in via d’estinzione e i migratori. Inoltre, in merito al Regolamento REACH, le modifiche introdotte dal centrodestra hanno bypassato il divieto sull’uso del piombo in determinate zone, come le zone umide.
Pratiche di caccia scorrette e mancato rispetto delle direttive
Le critiche dell’Unione Europea non si limitano alla normativa, ma evidenziano anche pratiche di caccia scorrette da parte dei cacciatori italiani. Una precedente comunicazione dell’Ue aveva già certificato che gli uccelli in declino o a rischio di estinzione venivano abbattuti e che si praticava la caccia anche durante i periodi di nidificazione, cosa espressamente vietata. Secondo l’Unione Europea, il governo italiano non solo non ha preso misure per limitare queste pratiche illecite, ma ha addirittura aggirato le direttive e i regolamenti esistenti. Le conseguenze delle azioni del governo italianoLe azioni del governo, in particolare riguardanti l’uso del piombo nelle zone umide, hanno comportato una declassificazione delle sanzioni, passando da penali a amministrative, e una ridefinizione dei concetti di “zone umide”, che di fatto hanno annullato i divieti europei in vigore dal febbraio 2023. Questo comporta non solo un rischio per l’ambiente e le specie protette, ma anche un costo economico per i contribuenti italiani, che dovranno pagare per le sanzioni amministrative e le eventuali conseguenze derivanti dall’infrazione delle normative europee. In questo scenario, il governo italiano ha due mesi di tempo per rispondere alle contestazioni dell’Unione Europea e porre rimedio alle lacune evidenziate.