Hamas propone il rilascio degli ostaggi in tre fasi
Hamas ha presentato un piano in tre fasi per la liberazione degli ostaggi, con un periodo di 45 giorni ciascuna. Questo programma prevede il rilascio di 1500 detenuti palestinesi, inclusi 500 condannati all’ergastolo. Tuttavia, la fazione islamica ha posto come condizione primaria un totale cessate il fuoco e la fine dell’aggressione per procedere con l’accordo sugli ostaggi israeliani a Gaza. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha reagito affermando: “Ci ragioniamo”, mentre Netanyahu ha avuto colloqui con il segretario di Stato Antony Blinken tornato in Israele.
Le reazioni internazionali e le tensioni nell’Unione Europea
Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó si è espresso contro le sanzioni dell’Unione Europea ai coloni israeliani, definendole potenzialmente dannose per l’escalation delle tensioni e gli sforzi antiterrorismo. Tale posizione è stata resa nota dal portavoce del primo ministro ungherese, Zoltan Kovacs, il quale ha criticato il dibattito acceso all’interno dell’UE sull’argomento, sottolineando un sentimento anti-israeliano in Europa e negli Stati Uniti, insieme a crescenti episodi di antisemitismo. Queste tensioni all’interno dell’Unione Europea mettono in evidenza le complessità delle relazioni internazionali in merito al conflitto israelo-palestinese.
Proteste e tensioni interne in Israele
La “forza Kaplan”, un movimento di protesta contro la riforma giudiziaria in Israele, ha annunciato il ripristino delle manifestazioni davanti alle case di ministri e deputati, denunciando l’operato del governo durante il massacro del 7 ottobre. Le critiche si concentrano sull’azione del governo Netanyahu e dei suoi colleghi, accusati di condotte avventate e dannose. Secondo gli organizzatori, anziché affrontare le conseguenze della guerra, i ministri partecipano a convegni su argomenti divisivi come il trasferimento dei palestinesi, minando gli sforzi diplomatici e militari. Questa situazione mette in luce le divisioni interne in Israele e il malcontento verso le azioni del governo attuale.
Ismael Haniyeh, leader politico di Hamas, si recherà al Cairo per colloqui sulla proposta di accordo con Israele. Questi incontri sono fondamentali per cercare una soluzione al conflitto e per raggiungere un cessate il fuoco duraturo. L’importanza dei negoziati è sottolineata dai tentativi di trovare un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi trattenuti da mesi e a una stabilizzazione della regione. La presenza di Hamas al Cairo per queste trattative riflette la volontà di entrambe le parti di trovare una soluzione diplomatica al conflitto.